C’erano una volta i Radicali.

Nella prima Repubblica i Radicali di Marco Pannella hanno rappresentato una straordinaria anomalia. Malgrado l’esiguo consenso elettorale, per decenni i Radicali hanno esercitato una forte influenza sulla politica e sulla società italiana. Del resto l’obiettivo di Pannella non furono mai i voti bensì lo spargere il seme del liberalismo in un Paese geneticamente illiberale.

A sei anni dalla scomparsa di Pannella, se si guarda a ciò che resta del mondo radicale, non si può affermare che da quel seme sia germogliato qualcosa di buono. Con la morte del vecchio leader, la faglia che da tempo si era creata all’internato del movimento ha portato a una separazione definitiva. Da una parte i “pannelliani”, dall’altra i “boniniani”.

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I primi, più simili a una setta votata alla custodia delle sacre memorie del leader che a un partito, sono capeggiati da Maurizio Turco. Accigliato e burbero esponente della talebanità radicale, Turco  di Pannella ha ereditato la proverbiale logorrea ma non la capacità di riempirla di contenuti. Ne sanno qualcosa gli ascoltatori di Radio Radicale che, coraggiosamente, ne sopportano gli sproloqui settimanali. Di recente si è verificata una scissione nella scissione che ha visto la rottura tra Turco e Rita Bernardini, storica vestale pannelliana.

Gli altri, decisamente più “socialite” sono riuniti intorno a Emma Bonino e Benedetto della Vedova all’interno di +Europa. A differenza di quanto capitava ai Radicali del passato, + Europa piace alla gente che piace e gode di ottima considerazione da parte di “giornaloni” e salotti televisivi gruberiani.

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Della Vedova, autentico giramondo della politica, in passato lasciò i Radicali per passare in Forza Italia che abbandonò per entrare in Futuro e Libertà da cui migrò verso Scelta Civica di Mario Monti per poi approdare nel centro sinistra dal quale ricevette la poltrona di Sotto Segretario agli Esteri.

La sua sodale Emma Bonino, a conclusione di una carriera ricca di incarichi e onori, è oggi un diligente cespuglietto del PD, coraggiosamente impegnata nell’epocale lotta contro il fascismo alle porte. Un secondo dopo la rottura del patto Calenda-Letta, Bonino ha affermato la sua fedeltà al PD.

No, dal seme non è germogliata la pianta immaginata da Pannella che, fortunatamente, non può assistere al patetico tramonto del fu movimento radicale.

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