Musk lancia l’idea di un nuovo partito politico: ma è più difficile mandare razzi nello spazio.
Elon Musk ha lanciato una nuova provocazione politica, proponendo la creazione dell’“America Party”, un partito alternativo ai Democratici e Repubblicani che – a suo dire – formano un indistinto “unipartito” responsabile del debito pubblico in costante crescita. Ma mentre il miliardario fondatore di Tesla e SpaceX è abituato a conquistare lo spazio e rivoluzionare settori tecnologici, entrare nell’agone politico con un terzo partito si preannuncia una sfida ben più ostica, tanto dal punto di vista legale quanto politico.
Sulla piattaforma X, Musk ha suggerito una strategia concreta per iniziare: “Concentrarsi su 2 o 3 seggi al Senato e 8-10 distretti alla Camera“. Secondo lui, una piccola ma decisiva presenza parlamentare sarebbe sufficiente a orientare il voto su leggi controverse e garantire che “rispecchino la volontà autentica del popolo”.
A giudicare dai numeri, la proposta trova un certo riscontro: oltre il 63% dei 719.000 votanti a un sondaggio online ha detto sì alla creazione del nuovo partito. Tuttavia, secondo un’analisi pubblicata da CNN, mettere in piedi un vero partito nazionale richiede ben più di un sondaggio virale. E potrebbe essere più complicato che costruire un razzo riutilizzabile.
L’idea del partito “America” è nata dal disappunto di Musk verso l’attuale amministrazione Trump e in particolare verso il colossale “One Big Beautiful Bill”.
Ma da Washington arrivano segnali di freddezza: “Nessuno prende più sul serio quello che dice“, ha commentato un alto funzionario della Casa Bianca.
Secondo esperti di diritto elettorale, come l’ex presidente della FEC Lee Goodman, il sistema americano è progettato per rendere la vita difficile ai partiti emergenti. Le leggi federali e statali impongono vincoli severi sulle donazioni, e Musk – nonostante la sua enorme ricchezza – non può finanziare direttamente un partito come se fosse una startup.
“Un individuo ricco non può fondare e finanziare un partito politico nazionale da solo. Servono migliaia di donatori”, spiega Goodman. Anche ottenere la presenza sulle schede elettorali richiede anni di lavoro e raccolte firme in ogni stato, spesso ostacolate da leggi costruite per favorire il duopolio esistente.
E nel contesto attuale, anche i candidati sono riluttanti. Infatti, i Democratici detestano Musk e i Repubblicani sono ormai legati a doppio filo con Trump.
Per Musk, l’America Party resta (per ora) un progetto più ideologico che strutturale, senza un vero programma né una rete organizzativa. Ma anche se non dovesse mai vedere la luce, la sola minaccia di un nuovo soggetto politico alimentato dai miliardi del magnate di X potrebbe spostare gli equilibri nel Congresso, specialmente in un’America sempre più polarizzata e frammentata.
foto Air Force Senior Airman Madelyn Keech, DOD