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Musei e scuole uniti contro la povertà educativa tra i giovani.

Solo 4 minori su 10 in Italia visitano musei o mostre nell’arco di un anno. Una percentuale che precipita sotto il 25% in regioni come Calabria e Puglia, segnalando un profondo divario nell’accesso alla cultura tra le diverse aree del Paese. Eppure, la cultura resta uno dei principali strumenti di inclusione e sviluppo educativo. Per questo, il rafforzamento della collaborazione tra scuole e istituzioni museali si rivela oggi più che mai una priorità strategica.

I dati, diffusi da Openpolis e Con i Bambini sulla base di elaborazioni Istat, disegnano una mappa diseguale della fruizione culturale giovanile. In provincia di Trento, ad esempio, oltre il 62% dei ragazzi tra 6 e 17 anni ha visitato almeno un museo nel 2022-2023, mentre in Calabria la quota scende al 23,3%. Uno squilibrio che non riguarda solo il numero di visite, ma anche il tipo di relazioni instaurate tra musei e comunità educanti.

Se da un lato la maggior parte dei musei italiani – quasi il 74% – organizza regolarmente visite guidate per le scuole, solo il 30% ha attivato partenariati formali con istituti scolastici, e appena l’11,8% è coinvolto in progetti di inclusione rivolti a soggetti in povertà educativa o culturale.

Questa dinamica evidenzia un problema strutturale: l’offerta museale, pur aperta al mondo scolastico, fatica a diventare parte integrante di un ecosistema educativo più ampio e strutturato.

Controtendenza rispetto ai dati sulla fruizione, le regioni del Sud – le stesse dove i minori visitano meno i musei – sembrano però reagire con maggiore impegno nella costruzione di alleanze educative. In Campania, il 40,4% dei musei ha avviato partnership con le scuole, e il 30% partecipa a progetti per l’inclusione sociale. Seguono Calabria (22%) e Puglia (19,8%), regioni dove – nonostante gli ostacoli – cresce l’attenzione al ruolo dei musei come presidi educativi di comunità.

Nelle città capoluogo, la fotografia è altrettanto variegata: a Foggia, Messina, Verbania, Sondrio e Frosinone, tutti i musei dichiarano di collaborare con le scuole. Al contrario, in 13 comuni (di cui 4 nel Mezzogiorno) nessuna struttura museale ha attivato tali sinergie.

In media, in Italia ci sono 4,8 musei ogni 10mila minori, ma la distribuzione è fortemente sbilanciata: si passa dai 41 musei per 10mila minori a Siena a meno di uno a Ragusa e Messina. Senza una presenza capillare e una visione educativa condivisa, anche le migliori iniziative rischiano di restare isolate.

Eppure, quando messi in rete con scuole, enti locali e associazioni, i musei possono diventare autentici laboratori di cittadinanza e partecipazione. Accade in quelle realtà dove si organizzano laboratori didattici, si sperimentano percorsi inclusivi e si rafforza la dimensione educativa della fruizione culturale.

I numeri raccontano una realtà ancora troppo frammentata. Ma indicano anche che dove ci sono politiche pubbliche mirate, risorse adeguate e un progetto comune, la cultura può diventare leva concreta per ridurre le disuguaglianze.

Il contrasto alla povertà educativa, come ribadito dal progetto #ConIBambini, passa anche da qui: dalla capacità di fare rete, di riconoscere i musei non solo come contenitori di bellezza e storia, ma come attori attivi nel processo di crescita dei cittadini di domani.

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