Multinazionali: cresce l’impatto economico nei Paesi Ue. Impiegano il 31% della forza lavoro.
Le imprese multinazionali, pur rappresentando appena l’1,2% delle aziende attive in 14 Paesi europei, generano un impatto economico enorme: impiegano oltre il 31% della forza lavoro e contribuiscono per oltre la metà a fatturato, valore aggiunto e margini operativi. A confermarlo è la seconda edizione dell’esercizio di collegamento micro-dati tra l’EuroGroups Register e le statistiche strutturali d’impresa, pubblicata da Eurostat.
L’analisi ha riguardato Belgio, Danimarca, Irlanda, Grecia, Spagna, Francia, Italia, Malta, Paesi Bassi, Austria, Portogallo, Finlandia, Svezia e Norvegia. Secondo i dati, nel 2022 le imprese indipendenti rappresentavano mediamente il 95,2% del tessuto imprenditoriale. Tuttavia, le imprese appartenenti a gruppi – nazionali o multinazionali – pur costituendo solo il 4,8%, impiegavano il 47,4% dei lavoratori.
Le cosiddette imprese “dipendenti”, appartenenti cioè a gruppi d’impresa, si sono distinte anche per il loro peso economico: hanno erogato il 67,6% dei salari totali, realizzato il 74% del fatturato, prodotto il 68,1% del valore aggiunto e contribuito per il 69% all’utile operativo lordo.
Concentrando l’analisi esclusivamente sulle multinazionali, emerge un’incidenza ancora più marcata. Queste realtà, sebbene rappresentino solo l’1,2% delle imprese, hanno garantito il 31,3% dell’occupazione complessiva, il 49,1% delle retribuzioni, il 58,5% del fatturato, il 52,5% del valore aggiunto e il 56,4% dei margini operativi lordi.