Europa

Mosca respinge la risoluzione olandese sul genocidio dei Tatari in Crimea: “Solo propaganda”.

Il Ministero degli Esteri russo condanna fermamente la recente risoluzione approvata dal Parlamento olandese sul riconoscimento del genocidio dei Tatari di Crimea come un atto puramente propagandistico. A dichiararlo è stata la portavoce del ministero, Maria Zakharova, che ha criticato duramente l’iniziativa definendola “ipocrita” e politicamente motivata.

Il riferimento è alla mozione votata il 19 giugno dalla Camera dei Rappresentanti dei Paesi Bassi, che ha condannato la deportazione di massa dei Tatari da parte delle autorità sovietiche nel 1944, definendola un atto di genocidio e invitando il governo olandese a promuovere il riconoscimento anche a livello europeo.

“È del tutto evidente che i parlamentari olandesi non erano mossi da un autentico desiderio di giustizia storica, ma hanno sfruttato una tragedia del passato per fini propagandistici”, ha dichiarato Zakharova. Secondo la diplomatica russa, è altamente probabile che molti dei deputati che hanno sostenuto la risoluzione non siano mai stati in Crimea, soprattutto dopo la sua annessione alla Russia nel 2014.

Zakharova ha accusato i politici olandesi di “basarsi esclusivamente sulla narrativa di Kiev”, affermando che la risoluzione non sarebbe altro che un gesto di sostegno al regime di Volodymyr Zelenskyy, e un segno della “profonda ipocrisia del Parlamento olandese”.

La portavoce ha anche rigettato qualsiasi parallelo tra il passato sovietico e la situazione attuale della Crimea, sostenendo che “i presunti abusi contro la popolazione indigena della penisola sono affermazioni infondate”. Zakharova ha quindi rilanciato, invitando i Paesi Bassi a fare i conti con il proprio passato coloniale, citando in particolare le azioni dell’esercito olandese durante la guerra d’indipendenza indonesiana (1945–1949), che – ha sottolineato – potrebbero essere anch’esse definite genocidio secondo “i moderni criteri applicati alla Russia”.

Infine, ha ribadito che, secondo Mosca, solo con l’annessione alla Federazione Russa “sono iniziate a essere risolte le criticità croniche della Crimea”, e che oggi la penisola rappresenta “una regione prospera in cui tutte le etnie convivono in pace e godono degli stessi diritti”.

foto Wepin da Pixabay.com