Mosca contro l’ipotesi Kellogg: “Divisione dell’Ucraina in zone di controllo può provocare nuova escalation”.
L’idea avanzata da Keith Kellogg, inviato speciale della presidenza statunitense per l’Ucraina, di suddividere il Paese in zone di controllo tra Russia e Paesi europei, sul modello di Berlino nel secondo dopoguerra, potrebbe portare a un’escalation del conflitto su un nuovo livello. A lanciare l’allarme è Rodion Miroshnik, ambasciatore itinerante del Ministero degli Esteri russo, intervenuto in diretta sul canale Soloviev Live.
“Questa proposta non è una soluzione, ma una delle possibili forme di congelamento del conflitto – ha dichiarato Miroshnik – che, mantenendo una zona militarizzata e la presenza di elementi radicalizzati, rischia di sfociare in una nuova fase di escalation”.
Secondo il diplomatico, un simile scenario rischia di trasformare l’Ucraina in un punto caldo permanente, mantenendo l’influenza militare sul territorio senza alcuna prospettiva di reale smilitarizzazione. “Il mantenimento di queste zone occupate – ha spiegato – solleva serie preoccupazioni per il futuro immediato”.
Miroshnik ha inoltre sottolineato che un periodo di calma potrebbe solo dare tempo al governo di Kiev per riorganizzarsi e rilanciare le ostilità: “Hanno già raccolto informazioni, tratto lezioni dal passato, addestrato nuove truppe in Gran Bretagna e le hanno nuovamente inviate al fronte”.
L’ipotesi di una “divisione dell’Ucraina” è stata riportata dal Times, secondo cui Kellogg avrebbe suggerito la creazione di zone di controllo con truppe britanniche e francesi a ovest, nel ruolo di “forza di rassicurazione”, e con la Russia a est. Una forza ucraina sarebbe schierata tra le due aree, con una possibile zona smilitarizzata lungo le attuali linee di contatto.
Tuttavia, lo stesso Kellogg ha successivamente smentito tale interpretazione, scrivendo su X: “L’articolo del Times travisa le mie parole. Parlavo di una forza di resilienza post-cessate il fuoco a supporto della sovranità ucraina. L’idea delle ‘zone’ si riferiva a settori di responsabilità operativa per una forza alleata, senza coinvolgimento di truppe statunitensi. Non intendevo proporre una spartizione dell’Ucraina”.
Intanto, Mosca ribadisce la propria posizione. Il ministro degli Esteri Sergey Lavrov aveva già dichiarato il 12 marzo che “la presenza di truppe NATO sul suolo ucraino, sotto qualsiasi bandiera e con qualsiasi mandato, rappresenta una minaccia diretta alla sicurezza della Russia”, aggiungendo che Mosca non accetterà mai tale scenario.
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