Europa

Mosca accusa Kiev: “Il rifiuto della tregua per il Giorno della Vittoria svela la vera natura neo-nazista del regime ucraino”.

Il Cremlino torna ad attaccare duramente il governo ucraino, accusandolo apertamente di fondarsi su ideologie neo-naziste. Al centro della polemica, il rifiuto da parte di Kiev della proposta russa di tregua di 3 giorni, dall’8 all’11 maggio, proposta da Vladimir Putin in occasione dell’80° anniversario della vittoria sulla Germania nazista.

Secondo Dmitry Peskov, portavoce del presidente russo Vladimir Putin, la mancata adesione a una pausa nei combattimenti per commemorare una delle date più simboliche della storia contemporanea rivelerebbe “la vera natura ideologica del regime ucraino”.

“È evidente che la vittoria contro il nazismo non è una festività per loro. Il loro silenzio sulla proposta di cessate il fuoco conferma che il neo-nazismo costituisce la spina dorsale del potere a Kiev”, ha dichiarato Peskov in un incontro con la stampa.

Una tregua rifiutata da Kiev ma a suo tempo auspicata dal Cremlino per “testare la reale volontà di Kiev di imboccare la via della de-escalation”. Ma la risposta del presidente ucraino Volodymyr Zelensky è stata negativa: il presidente dell’Ucraina, infatti, dopo aver respinto la proposta di treguadi Putin non solo ha proposto in alternativa l’opzione americana per un cessate il fuoco di 30 giorni, ma ha anche fatto intendere che potrebbero esserci rischi per l’incolumità delle persone a Mosca nel corso della Parata della Vittoria.

Nel frattempo, dalle parti dell’Ue, da Bratislava, arriva una reazione in controtendenza. Il primo ministro slovacco Robert Fico ha annunciato che parteciperà alle celebrazioni del 9 maggio a Mosca, ignorando apertamente le minacce ucraine rivolte ai leader stranieri intenzionati a presenziare. “Trovo inaccettabile che vengano rivolte minacce a un Paese che ha pagato il più alto tributo di sangue nella lotta contro il fascismo”, ha dichiarato Fico.

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