Sardegna

Mortalità in Italia 2022: tasso stabile ma decessi ancora superiori ai livelli pre-pandemia, in calo tumori e suicidi.

Il 2022 ha registrato 721.974 decessi in Italia, segnando un aumento del 2% rispetto all’anno precedente (circa 15mila morti in più), ma con un tasso di mortalità standardizzato per età sostanzialmente stabile: 90,4 decessi ogni 10mila abitanti, valore analogo a quello del 2021 (89,9). La stabilità apparente nasconde però dinamiche complesse, tra cui l’invecchiamento della popolazione e una persistente mortalità più elevata rispetto al periodo pre-pandemico.

Come negli anni precedenti, malattie del sistema circolatorio (222.717 decessi) e tumori (174.566) rappresentano oltre il 55% del totale dei morti. Il Covid-19, sebbene in netto calo rispetto al 2020 (-36%) e al 2021 (-22%), con 51.630 decessi, resta la terza causa di morte, seguito dalle malattie respiratorie.

Diminuisce la mortalità per Covid-19, soprattutto nelle fasce tra 50 e 79 anni: -50% tra i 50-64enni (2,0 decessi ogni 10mila) e -42% tra i 65-79enni (12,8 decessi). Tuttavia, tra gli over 80 del Centro-Sud, il virus mostra ancora un lieve incremento.

Nel frattempo, crescono i decessi per malattie dell’apparato respiratorio (+23,8% per polmoniti e influenza), demenze e Alzheimer (+7,2%) e malattie infettive (+14%). Tra gli ultraottantenni, particolarmente colpiti dalle cadute, il tasso di mortalità è salito da 6,6 decessi per 10mila abitanti nel 2019 a 8,9 nel 2022.

Nel dettaglio, si osserva una diminuzione della mortalità tra i 50-64enni (-6%) e tra i 65-79enni (-4%), con tassi rispettivamente di 40,4 e 184,7 decessi ogni 10mila abitanti. Tuttavia, entrambi i valori restano superiori ai livelli del 2016 e 2015. La riduzione è più marcata tra gli uomini e si accompagna a un calo di mortalità per tumori e malattie cardiovascolari, ma a un aumento di decessi per malattie respiratorie, neurologiche e del sistema digerente.

Dopo la flessione registrata nel 2020, le cause esterne di morte (incidenti, suicidi, omicidi) sono tornate a crescere, raggiungendo 3,6 decessi ogni 10mila abitanti nel 2022, valore superiore al periodo pre-Covid. In particolare, gli incidenti stradali sono tornati ai livelli pre-pandemici, soprattutto tra i più giovani, mentre i suicidi tra i 65-79enni sono diminuiti, contrastando il lieve aumento nelle altre fasce d’età.

Il Sud e le Isole continuano a registrare i tassi di mortalità più elevati, soprattutto per malattie circolatorie e diabete. Nel 2022 il tasso per le patologie cardiovascolari ha toccato 32,1 decessi ogni 10mila abitanti al Sud e 29,4 nelle Isole, rispetto ai valori inferiori a 26 nel resto del Paese. Anche per il diabete, i tassi sono più alti nel Mezzogiorno: 4,7 al Sud e 4,5 nelle Isole, contro 2,2-2,7 nel Centro-Nord.

Il tasso di mortalità complessivo è in lieve aumento nel Nord-Ovest (87,6), stabile nel Nord-Est (84,2) e al Centro (88,2), mentre diminuisce al Sud (96,9). Nelle Isole, invece, la mortalità è in aumento costante dal 2020, con 100,8 decessi ogni 10mila abitanti, secondo valore più alto dal 2015.

Nel 2022, il tasso di mortalità per le donne è aumentato dell’1,8%, mentre è lievemente calato per gli uomini. Gli uomini continuano a mostrare livelli di mortalità più elevati (111,3 contro 75,2), anche per Covid-19. Tuttavia, il divario si sta progressivamente riducendo: nel 2022, il tasso di mortalità da Covid per gli uomini è sceso a 8,9 ogni 10mila abitanti, contro i 4,8 per le donne.

I dati del 2022 elaborati dall’Istat mostrano un quadro in apparente stabilità, ma che evidenzia ancora criticità legate agli effetti della pandemia, all’invecchiamento della popolazione e all’aumento di patologie croniche come demenze e malattie respiratorie. Mentre la mortalità da Covid-19 cala, emergono nuove urgenze sanitarie e persistono forti disuguaglianze territoriali.

Il trend decrescente per tumori e patologie cardiovascolari rappresenta un segnale incoraggiante, ma richiede consolidamento. La sfida per la sanità pubblica italiana, nei prossimi anni, sarà quella di rafforzare la prevenzione, ridurre le disuguaglianze regionali e monitorare l’impatto di nuove vulnerabilità, soprattutto tra le fasce più anziane della popolazione.