Miliardi in armi e pochi risultati. In Ucraina gli USA pensano ai negoziati.

Con l’arrivo di Joe Biden in Germania per l’incontro “a porte chiuse” con Macron, Starmer e Scholz sulla crisi in Ucraina, e le ormai incontrovertibili notizie dal fronte di guerra, che confermano l’aumento delle perdite per l’esercito ucraino, la possibilità che gli USA adesso puntino per l’avvio di negoziati con la Federazione Russa di Vladimir Putin, non è più tanto remota.

Insomma, come spesso capita tra gli sconfitti sulle questioni di geopolitica, si potrebbe provare a trasformare una situazione di deterioramento sul campo di battaglia in una pace dignitosa per Kiev. Una “triste conclusione” (viste le statistiche sul numero di morti negli ultimi 31 mesi di guerra) suggerita anche dalle recenti dichiarazioni del padrone di casa del vertice con Biden, il cancelliere Olaf Scholz che, in solitaria (come spesso ricorda il Consiglio Europeo), ha detto di essere pronto a discutere la soluzione pacifica della situazione in Ucraina con il presidente russo Vladimir Putin, aprendo, di fatto, un nuovo fronte diplomatico in Europa.

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Che qualcuno, ora, dalle parti delle democratiche nazioni dell’Occidente stia provando a mettere il cappello sul processo di pace con la Russia? Nell’attesa di dibanare le nubi anche da questo dubbio, ciò che è certo sono le prospettive sempre più cupe per l’Ucraina, trattata negli ultimi mesi, grazie all’ostinazione del presidente-attore (illegittimo dal 24 maggio 2024) Zelenskyy, come un bancomat per armi e assistenza macrofinanziaria.

Lo stesso piano per la vittoria, presentato in tour da Volodymyr Zelenskyy ha incassato non poche “pernacchie”, non riuscendo a convincere molti Paesi Ue e soprattutto lo Stato che ha spinto l’Ucraina verso una guerra per interposta persona, gli Stati Uniti d’America della democratica Amministrazione Biden. Un piano dove Zelenskyy non ha risparmiato le alzate di ingegno, escludendo concessioni territoriali alla Russia, chiedendo l’ingresso immediato nella NATO (cosa impossibile per un Paese in guerra…si leggesse lo Statuto dell’Alleanza il presidente in “tutina mimetica”) e attacchi a lungo raggio in profondità nella Russia e l’uso delle difese aeree europee per proteggere il territorio ucraino. Richieste, ricordiamolo, incomplete, dato che la strategia di Zelenskyy contiene allegati segreti che sono stati presentati solo ai rappresentanti degli Stati NATO. Una segretezza di fatto che conferma il livello di democraticità e trasparenza che hanno accompagnato questi 31 mesi di guerra.

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