Migranti irregolari, Rosa D’Amato: “L’accordo di Cotonou non è rispettato”.

In una recente interrogazione l’eurodeputata del gruppo dei Non Iscritti, Rosa D’Amato, ha ricordato che la Corte dei Conti Europea ha rilevato disparità tra gli obiettivi previsti dal sostegno dell’UE e i risultati raggiunti in merito alle procedure di asilo e di rimpatrio dei cittadini di Paesi terzi, evidenziando, inoltre che l’accordo di Cotonou tra l’Unione europea, l’Africa e l’America Centrale dispone che tali Paesi devono riammettere i propri cittadini presenti illegalmente in uno Stato membro dell’UE senza ulteriori formalità. Una disposizione giuridica che per l’eurodeputata del gruppo NI non è rispettata.

L’esponente del Parlamento europeo nella sua interrogazione ha ricordato, infine, che la Corte dei Conti ha raccomandato alla Commissione Europea e all’EASO, l’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo, di fornire sostegno alle autorità in Italia, attualmente sovraccaricate dall’importante mole di lavoro.

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Osservazioni pertinenti sullo stato della gestione dei flussi migratori che aiutano a comprendere la strategia per i rimpatri dei cittadini dei Paesi terzi, alla luce dell’inefficacia dell’accordo di Cotonou e di valutare, inoltre, l’attuale supporto ai tribunali italiani da parte dell’EASO.

Per la Commissaria Ylva Johansson “l’articolo 13 dell’accordo di Cotonou stabilisce obblighi fondamentali in materia di riammissione. Il rimpatrio delle persone non autorizzate a rimanere è un elemento essenziale dell’approccio dell’UE verso la gestione della migrazione e ai partenariati con i Paesi terzi, come emerge dai negoziati in corso su un nuovo accordo di partenariato con i Paesi dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico (ACP). L’UE mira in particolare a rendere operativi questi obblighi, anche mediante partenariati globali reciprocamente vantaggiosi. Si tratta di una delle priorità del nuovo patto per la migrazione e l’asilo di prossima adozione – ha aggiunto l’esponente dell’Esecutivo europeo”.

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La Commissaria ha inoltre affermato che “conformemente al piano operativo 2020 dell’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo (EASO)” circa 26 tribunali italiani beneficiano al momento dell’aiuto di 56 esperti per “smaltire l’arretrato tutte le sezioni che si occupano di protezione internazionale”. Un sostegno che per la Johansson “prevede, lo studio preliminare dei casi, l’organizzazione delle audizioni, la ricerca e la formazione in campo giuridico, nonché la mediazione culturale con i richiedenti asilo”.

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