Migranti, aumentano del 6% i rimpatri verso Paesi terzi nel primo trimestre 2025. In crescita anche gli ordini di espulsione.
Nei primi tre mesi del 2025, l’Unione europea ha ordinato il rimpatrio di 123.905 cittadini non comunitari, registrando un aumento del 18,4% rispetto allo stesso periodo del 2024. I rientri effettivamente eseguiti verso Paesi terzi sono stati 28.475, in crescita del 6,4% su base annua. Lo rivelano i dati pubblicati da Eurostat, che mostrano una tendenza al rialzo sul fronte dei provvedimenti di allontanamento, anche se i numeri dei rimpatri effettivi restano più contenuti.
Su base trimestrale, però, si osserva una lieve flessione: rispetto al quarto trimestre del 2024, gli ordini di lasciare il territorio UE sono diminuiti dello 0,9%, mentre i rimpatri sono calati del 4,3%.
Nel dettaglio, i cittadini più frequentemente oggetto di ordini di espulsione nel primo trimestre del 2025 sono stati gli algerini (9.995), seguiti da marocchini (7.450) e siriani (6.915). Tra coloro che sono stati effettivamente rimpatriati nei Paesi terzi, prevalgono i cittadini georgiani (2.170), seguiti da siriani (2.000) e albanesi (1.865).
I numeri riflettono non solo i flussi migratori, ma anche le diverse politiche di cooperazione e accordi bilaterali tra l’UE e i Paesi d’origine, che spesso condizionano l’effettiva possibilità di eseguire i rimpatri.
Tra gli Stati membri, la Francia si conferma il Paese che ha emesso il maggior numero di ordini di allontanamento nel primo trimestre 2025: 34.545, seguita da Germania (17.915) e Spagna (16.705). Anche per quanto riguarda i rimpatri effettivi, la Francia guida la classifica con 3.695 rientri, seguita da Germania (3.625) e Cipro (3.470), quest’ultima nonostante le dimensioni molto più contenute rispetto agli altri due Paesi.
Ma non è tutto oro quello che luccica. I dati, infatti, evidenziano la pressione crescente sul sistema europeo di gestione dei flussi migratori irregolari. Mentre l’UE rafforza le politiche di controllo e rimpatrio, resta aperto il nodo dell’effettiva efficacia di queste misure: quasi 100.000 ordini di espulsione non sono stati eseguiti nel periodo analizzato, confermando un divario strutturale tra le decisioni amministrative e la loro attuazione concreta.
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