Mercati del lavoro dei Paesi dell’UE: i problemi restano irrisolti nonostante i miliardi di Bruxelles.
Secondo un recente rapporto speciale della Corte dei conti europea, le riforme che gli Stati membri dell’UE si sono impegnati a realizzare in cambio dei finanziamenti del Dispositivo per la ripresa e la resilienza (RRF) affrontano solo in parte le criticità del mercato del lavoro. Sebbene abbiano portato ad alcuni risultati, molte delle raccomandazioni formulate dal Consiglio restano inattuate o solo parzialmente implementate. In particolare, questioni strutturali di grande rilevanza per i cittadini europei, come l’integrazione dei gruppi vulnerabili nel mercato del lavoro e la riduzione della pressione fiscale sul lavoro, non hanno ricevuto risposte adeguate in diversi Paesi.
L’RRF ha rappresentato una novità storica per l’UE, stabilendo un nesso diretto tra il sostegno finanziario agli Stati membri e l’attuazione di riforme economiche e sociali. Per ricevere i fondi, i governi nazionali hanno dovuto impegnarsi in investimenti e riforme volte ad affrontare le problematiche individuate dal Consiglio tramite specifiche raccomandazioni per paese. Tuttavia, la Corte dei conti segnala che molte delle riforme non hanno ancora prodotto risultati tangibili sui mercati del lavoro nazionali.
“I fondi dell’RRF sono stati pensati per incentivare i Paesi ad attuare riforme strutturali che rendano le economie più resilienti,” ha dichiarato Ivana Maletić, membro della Corte. “Tuttavia, nel settore del mercato del lavoro, numerose sfide strutturali rimangono irrisolte. Inoltre, non vi sono prove concrete dell’efficacia di circa la metà delle riforme implementate”.
Nei piani nazionali per la ripresa e la resilienza, gli Stati membri hanno incluso quasi 100 riforme del mercato del lavoro, con livelli di ambizione e impatto differenti. Alcune iniziative, come la riforma dell’assicurazione contro la disoccupazione in Francia, hanno il potenziale per affrontare problemi strutturali. Altre, invece, appaiono meno incisive, come la misura temporanea “Garanzia sociale 2021” adottata in Germania. Secondo l’analisi della Corte, solo il 40% delle raccomandazioni specifiche per paese è stato attuato in modo sostanziale, mentre il 26% ha visto solo un’applicazione marginale e il 34% non è stato implementato affatto. Inoltre, nessun Paese ha completamente adempiuto alle raccomandazioni relative al mercato del lavoro, con quattro Stati che non hanno incluso alcuna riforma in tale ambito e altri quattro che le hanno realizzate in misura significativa.
Sebbene l’attuazione dell’RRF sia ancora in corso e molte riforme non siano state completate, la Corte evidenzia come i provvedimenti già realizzati non abbiano avuto un impatto determinante sulle valutazioni della Commissione europea in merito all’efficacia delle raccomandazioni. In molti casi, le riforme si sono limitate all’adozione di nuove leggi senza che gli Stati membri siano riusciti a documentare risultati concreti, soprattutto in ambiti chiave come la formazione continua, il supporto ai disoccupati e il miglioramento delle politiche di assistenza alla disoccupazione.
Una delle criticità principali emerse riguarda la difficoltà di valutare l’efficacia delle riforme sul campo, a causa della carenza di indicatori adeguati per misurarne l’impatto. La Corte dei conti europea sottolinea l’urgenza di migliorare il monitoraggio e la valutazione delle riforme attuate attraverso l’RRF. In particolare, invita la Commissione europea a stabilire un quadro di riferimento chiaro per valutare i risultati, garantire che gli Stati membri affrontino le sfide più rilevanti e assicurarsi che i traguardi e gli obiettivi concordati riflettano appieno le parti essenziali delle riforme promosse.
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