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Medicina generale in Sardegna, crisi senza fine: a Tramatza manca pure l’assessore.

Una riunione accesa, segnata da malumori e recriminazioni, quella andata in scena nella sala conferenze Anfora di Tramatza. Medici di medicina generale, rappresentanti dell’Anci e la Commissione Sanità del Consiglio regionale si sono confrontati sulla crisi profonda che attraversa la categoria nell’isola. Grande assente, l’assessore regionale alla Sanità, la cui mancata presenza – giustificata da impegni istituzionali – ha alimentato non poche polemiche.

Al centro del dibattito, la difficoltà crescente di un sistema già fragile, ora messo ulteriormente alla prova dall’introduzione del ruolo unico previsto dall’Accordo Collettivo Nazionale 2024. Una novità che, secondo i camici bianchi, rischia di aumentare la burocrazia e i carichi di lavoro, sottraendo tempo prezioso alla cura dei pazienti.

I medici hanno rilanciato richieste precise: dimezzamento dei massimali di assistiti per favorire l’ingresso di nuove leve, incentivi per i giovani, meno burocrazia e più tempo dedicato alla relazione di cura.

Alessandra Todde, Armando Bartolazzi
Alessandra Todde, Armando Bartolazzi

Il quadro tracciato sul fronte della Medicina Generale è, come sempre in Sardegna, allarmante: secondo i dati della Fondazione Gimbe, in Sardegna dal 2019 al 2023 si è registrato un calo del 39% dei medici di base, il peggior dato d’Italia. Una carenza che si fa sentire non solo nelle zone interne o disagiate, ma anche nelle aree urbane.

Le cause? Andando oltre la narrazione regionale, i motivi, sorvolando sulla programmazione insufficiente, sono tutti imputabili al centrosinistra al Governo della Regione Sardegna, principale responsabile del mancato ricambio generazionale che, di fatto, ha bloccato per anni lo scorrimento delle graduatorie della Medicina Generale, costringendo molti giovani professionisti a cercare lavoro altrove. E oggi si paga il di tali decisioni scellerate.

Intanto, la popolazione sarda invecchia e cresce il bisogno di cure di prossimità. Ma la politica, ancora una volta, è più concentrata sulle “distrazioni di risorse” degli assestamenti di bilancio e delle manovre finanziarie che sui problemi reali.

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