Materie prime strategiche, l’UE guarda oltre i confini europei.
La Commissione Europea ha annunciato la selezione di 13 progetti strategici situati al di fuori dell’Unione, con l’obiettivo di garantire un accesso stabile e diversificato alle materie prime critiche, rafforzare la sicurezza economica dell’UE e sostenere allo stesso tempo la creazione di valore nei Paesi partner.
L’iniziativa rappresenta un tassello chiave nell’attuazione del Critical Raw Materials Act, entrato in vigore nel maggio 2024, e si affianca alla precedente lista di 47 progetti strategici all’interno dell’UE, approvata il 25 marzo 2025. Complessivamente, i 60 progetti contribuiranno alla competitività industriale europea, con particolare impatto nei settori dell’elettromobilità, delle energie rinnovabili, della difesa e dell’aerospazio.
I 13 nuovi progetti selezionati sono localizzati in Paesi terzi che già intrattengono partnership strategiche con l’UE nel settore delle materie prime: tra questi, Canada, Groenlandia, Kazakistan, Norvegia, Serbia, Ucraina e Zambia. Gli altri sono situati in Brasile, Madagascar, Malawi, Nuova Caledonia, Sudafrica e Regno Unito.
Dieci dei progetti riguardano materie prime essenziali per la produzione di batterie e veicoli elettrici, come litio, nichel, cobalto, manganese e grafite. Due progetti si concentrano sull’estrazione di terre rare, fondamentali per la realizzazione di magneti ad alte prestazioni utilizzati in turbine eoliche e motori elettrici. Altri progetti includono l’estrazione di rame, tungsteno e boro, materiali strategici per numerosi settori industriali.
Il pacchetto complessivo dei 13 progetti extra-UE richiederà investimenti iniziali per circa 5,5 miliardi di euro. I progetti selezionati potranno beneficiare del supporto coordinato della Commissione, degli Stati membri e delle istituzioni finanziarie, sia per facilitare l’accesso al credito sia per favorire accordi commerciali con le filiere industriali europee.
I criteri di selezione, valutati da esperti indipendenti, hanno riguardato la sostenibilità ambientale, sociale e di governance (ESG), la fattibilità tecnica e la mutua convenienza per l’UE e i Paesi ospitanti. Un elemento chiave per la valutazione è stata la capacità dei progetti di garantire la sicurezza degli approvvigionamenti, anche attraverso l’attivazione di accordi di fornitura diretta con l’industria europea.