Europa

Martin Frìas: “Mancanza di trasparenza nella gestione della pandemia di COVID-19”.

Il deputato Jorge Martín Frías (PfE) ha posto alla Commissione europea una serie di domande sulla gestione della pandemia di COVID-19, sollevando dubbi sulla trasparenza e sull’efficacia delle misure adottate nell’Unione Europea.

La questione nasce in seguito a una recente inchiesta della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, che ha offerto una valutazione approfondita della risposta americana alla pandemia, delle sue cause e delle campagne vaccinali. Lo studio sostiene che le misure adottate, come la quarantena e l’obbligo di indossare la mascherina, sono state arbitrarie e non basate su evidenze scientifiche. Inoltre, si afferma che queste misure sono risultate inefficaci e addirittura dannose. L’inchiesta mette in luce anche che le decisioni relative ai vaccini avrebbero avuto motivazioni politiche e non scientifiche.

Alla luce di questi risultati, Frías ha chiesto alla Commissione europea di avviare un’indagine che includa la declassificazione totale dei documenti tra le aziende farmaceutiche e la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, per fare chiarezza su quanto accaduto nell’Unione Europea. Un’altra domanda riguarda l’uso del passaporto COVID-19 per limitare le libertà dei cittadini europei in alcuni Stati membri, nonostante ciò fosse contrario alle intenzioni del legislatore. Infine, Frías ha richiesto se esistano dati sul costo economico e psicologico delle misure adottate.

La Commissione ha ribadito che, nonostante le difficoltà senza precedenti portate dalla pandemia, ha sempre cercato di comunicare in modo trasparente durante tutta la crisi. L’Unione Europea ha avviato il programma NextGenerationEU, un innovativo strumento temporaneo per sostenere la ripresa economica post-pandemia e per costruire un futuro più verde, digitale e resiliente.

In merito alla gestione dei vaccini, la Commissione ha sottolineato che l’obiettivo di rendere disponibili vaccini sicuri ed efficaci è stato raggiunto, con l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che stima che i vaccini abbiano salvato almeno 1,4 milioni di vite nella regione europea. Inoltre, il Certificato Digitale COVID dell’UE ha facilitato i viaggi per milioni di cittadini europei e non, mentre le “corsie verdi” per le merci hanno consentito di continuare il commercio e garantire la continuità delle forniture.

La Commissione ha chiarito che la definizione della politica sanitaria nazionale e l’organizzazione dei servizi sanitari sono di competenza degli Stati membri, che hanno adottato misure specifiche in base alla situazione epidemiologica e sociale di ciascun paese. Tuttavia, le misure di risposta dell’UE e degli Stati membri hanno avuto un impatto significativo nel prevenire la diffusione del virus.

La Commissione ha riconosciuto che, nonostante gli sforzi per mitigare gli effetti della pandemia, non è stato possibile evitare completamente i costi umani, inclusi quelli legati alla salute mentale. Le misure di contenimento hanno avuto un impatto sulle persone, con i giovani in particolare che hanno sofferto più di altri. La Commissione ha ricordato che nel 2023 è stato adottato un approccio globale alla salute mentale, con una serie di misure per affrontare questo problema.