Sardegna

Malattia Oculare Tiroidea: in Italia 53mila casi.

Colpisce oltre 53mila italiani e presenta un’incidenza di circa 8,9 casi ogni 10mila abitanti. La Malattia Oculare Tiroidea (Thyroid Eye Disease – TED), patologia autoimmune spesso legata a disfunzioni della tiroide, continua a rappresentare una sfida per la medicina italiana. Seppur meno nota di altre malattie rare, come il morbo di Crohn o la miastenia grave, la TED è una condizione complessa che compromette in modo significativo la qualità della vita, con sintomi come infiammazione, proptosi (occhio sporgente), diplopia (visione doppia) e nei casi più gravi persino la perdita della vista.

Nonostante i progressi registrati negli ultimi anni nel campo della ricerca, la conoscenza della patologia resta limitata. A evidenziarlo è stato un confronto tra specialisti riuniti a Palazzo Baldissimi a Roma durante un evento promosso da Motore Sanità.

“È urgente aumentare la consapevolezza su questa patologia e creare centri specializzati, in grado di gestire il paziente in modo multidisciplinare, integrando competenze oftalmologiche, chirurgiche ed endocrinologiche”, ha dichiarato Francesco Quaranta Leoni dell’AIMO. “Siamo in attesa dell’approvazione di nuovi farmaci che potrebbero rivoluzionare il trattamento della TED, già disponibili negli Stati Uniti dal 2020”.

La malattia, pur essendo classificata come rara, sembra sottodiagnosticata: circa un terzo dei pazienti presenta forme moderate o gravi, mentre il 2% è a rischio di danni visivi permanenti. Uno dei principali ostacoli è proprio la diagnosi precoce, resa difficile dalla scarsa conoscenza tra i professionisti sanitari e dall’assenza di un registro nazionale dedicato.

Altro punto critico è la mancanza di un approccio assistenziale integrato. La gestione della TED richiede infatti una sinergia tra più specialisti, in particolare endocrinologi e oculisti. Modelli organizzativi come il network europeo EUGOGO (European Group On Graves Orbitopathy) rappresentano un esempio virtuoso da seguire.

Gli esperti sottolineano la necessità di una riorganizzazione della rete assistenziale: “Serve una mappatura chiara dei centri ad alta specializzazione – concludono – per garantire percorsi diagnostici e terapeutici appropriati, in grado di alleggerire il carico sia per i pazienti che per il Servizio Sanitario Nazionale”.

foto AIMO