Limiti ai corsi sulla sessualità a scuola, ma troppa cautela frena l’educazione al rispetto di genere.
Il consenso scritto dei genitori sarà obbligatorio per l’accesso degli studenti ai corsi di educazione sessuale nelle scuole italiane. Lo ha annunciato oggi il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, ribadendo che alle scuole primarie si potranno affrontare solo i temi già previsti dai programmi nazionali. Una scelta che potrebbe rischiare di mettere un freno a un percorso educativo essenziale per promuovere il rispetto delle differenze di genere e contrastare stereotipi e violenze.
“È compito dei genitori – ha spiegato Valditara – formare i figli, come stabilito dall’articolo 30 della Costituzione. Qualsiasi ampliamento dell’offerta formativa sulla sessualità deve essere preceduto da un consenso informato, che illustri materiali, finalità e modalità delle attività proposte”.
In caso di diniego da parte dei genitori, le scuole dovranno garantire attività alternative. I soggetti incaricati dei corsi dovranno inoltre possedere comprovate competenze scientifiche e accademiche. Insomma, si vuole fare un passo indietro sul fronte dell’educazione al rispetto tra generi e, quindi, del contrasto alla violenza.
In un momento storico in cui la parità di genere e la prevenzione delle discriminazioni dovrebbero essere centrali, troppe limitazioni rischiano, invece, di tradursi in un’occasione mancata.
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