Legge di Stabilità 2022: il Consiglio approva l’articolo 1.

Dopo aver approvato il passaggio agli articoli e il DEFR, oggi il Consiglio regionale è passato all’esame dell’articolato del disegno di legge 301/A, dopo l’intervento del relatore di maggioranza, Stefano Schirru sul parere agli emendamenti pervenuti sull’articolo 1.

Per il Pd, il consigliere Cesare Moriconi, ha ricordato che “le tabelle della Banca di Italia vedono la Sardegna agli ultimi posti per le infrastrutture, sanità e spesa delle risorse, problemi che non sono solo ascrivibili all’attività degli ultimi anni”, evidenziando, contestualmente, l’incapacità di programmazione e spendita delle risorse da parte dell’attuale maggioranza che, con molta probabilità, condannerà la Sardegna ad una crescita più lenta rispetto alle altre Regioni d’Italia: “Nelle tabelle si parla di oltre 20 miliardi che passano per tutte le altre Regioni d’Italia ma non per la Sardegna. Infatti nelle tabelle sulla ripartenza ci sono: 1,2 miliardi per la Sardegna in partenza e così resta, mentre altre regioni hanno ben altri finanziamenti, la Campania ha 2.891 miliardi in partenza e il dato finale supera i 16 miliardi, la Sicilia parte da 3,4 miliardi e arriva a 5,5 miliardi. Questo produrrà una differenza importante”.

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Successivamente, Daniele Cocco di LeU Sardigna, ha ribadito che “la Finanziaria serve a programmare il futuro”, criticando inoltre i vertici di Areus e le nomine dell’Assessorato della Sanità che, in merito, ha preferito “figure professionali che arrivano da oltre Tirreno anziché sardi” e, inoltre, i ritardi riscontrati sul fronte del concorso degli infermieri “i cui vincitori non vengono chiamati”.

Tempo di bilanci, invece, per Massimo Zedda dei Progressisti, per il quale i tempi sono maturi per valutare l’operato della maggioranza nel corso della XVI legislatura, a partire dalla riforma degli Enti locali e della sanità: “Qual è la strategia, la rotta che avete dato per il futuro? Non c’è traccia di un provvedimento che evidenzi una strategia di sviluppo per la nostra Sardegna”.

Un accenno sulla questione giovanile nell’Isola, cosa rara nell’Aula, è stato fatto dalla consigliera pentastellata Desiré Manca: “3500 giovani laureati nel 2020 hanno lasciato la Sardegna. Ci sono regioni, ha proseguito, che hanno presentato progetti di sviluppo e di crescita come la Sicilia, mentre la Sardegna non è stata in grado di fare niente”.

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Successivamente, Piero Comandini del Partito Democratico ha sottolineato l’importanza del comma 3 dell’articolo 1 per il quale “la medesima norma prevede che sia demandata alla Giunta regionale la definizione dei criteri e modalità di attribuzione delle risorse finanziarie, nonché dei relativi programmi di spesa e l’individuazione degli interventi strategici di interesse regionale e locale”.

“Se le cose rimangono così – ha ricordato alla maggioranza il consigliere dem -, avrete difficoltà a spendere le risorse. Se vogliamo fare in modo di accelerare la spesa questi criteri devono essere definiti insieme al Consiglio regionale e alle parti sociali interessate”.

“Il vero grande tema che abbiamo di fronte – per Francesco Agus dei Progressisti – è quello di una finanziaria con la quale paghiamo spese correnti e poco altro, perché su 8.5 miliardi complessivi 4.5 sono per la sanità per cui o rivediamo certi accordi del passato o ci rassegniamo ad avere bilanci in passivo con una sola grande ASL che pagherà un po’ di stipendi. E’ sbagliato rimandare la discussione di alcune grandi questioni a leggi successive sotto la “pressione” dei tre mesi di esercizio provvisorio che non possiamo superare, è questo il momento di fare sintesi sulle scelte che contano”.

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Successivamente il Consiglio ha respinto una serie di emendamenti ed approvato il testo dell’articolo 1. Il consiglio ha poi esaminato gli emendamenti n.564 ed il collegato 565. Al voto, l’emendamento n.565 è stato approvato con 29 voti favorevoli, 14 contrari e 7 astenuti. Approvato a seguire, con lo stesso risultato, anche l’emendamento n.564.

Subito dopo è stato esaminato l’emendamento n.499. L’emendamento è stato ritirato.