Le insidie per il bilancio UE post-2027: dal 2028 si dovranno rimborsare i prestiti del NextGeneration.
Il futuro bilancio a lungo termine dell’Unione europea rappresenta una chance cruciale per rendere la spesa comunitaria più efficace, trasparente e orientata ai risultati. A sostenerlo è la Corte dei conti europea, che in una nuova analisi – “Opportunità per il quadro finanziario pluriennale post-2027” – presenta un elenco dettagliato di raccomandazioni per migliorare la progettazione del prossimo Quadro finanziario pluriennale (QFP), atteso entro luglio 2025.
Secondo la Corte, la Commissione europea e i legislatori dell’UE hanno oggi l’opportunità di trarre insegnamenti dal passato e concepire un bilancio più mirato, flessibile e semplice da gestire. La trasparenza, tuttavia, non deve essere sacrificata sull’altare della semplificazione: l’efficacia della spesa, ribadisce la Corte, passa anche da audit esterni indipendenti, con pieni poteri di controllo fino al livello dei beneficiari finali.
Tra i principali suggerimenti della Corte, una maggiore attenzione al valore aggiunto europeo nei criteri di finanziamento, la piena tracciabilità dei fondi e un legame più diretto tra risorse stanziate e risultati ottenuti. L’analisi evidenzia anche la necessità di rafforzare la capacità dell’UE di affrontare sfide strutturali, come quelle già emerse durante la gestione dei fondi NextGenerationEU post-Covid.
Il nuovo QFP dovrà inoltre fare i conti con l’impegno al rimborso dei prestiti NextGenerationEU, con rate stimate tra i 25 e i 30 miliardi di euro l’anno a partire dal 2028. Un carico che rende essenziale garantire entrate stabili, un piano di rimborso credibile e meccanismi efficaci di controllo del debito.
La Corte torna anche a chiedere un mandato chiaro per l’audit esterno di tutte le spese UE, comprese quelle gestite da organismi esterni al quadro giuridico comunitario. “Una pista di controllo completa – sottolinea – è indispensabile per rafforzare la fiducia dei cittadini, migliorare il processo decisionale e garantire che ogni euro speso sia davvero al servizio delle priorità strategiche europee”. Difficile, però, contando i tanti miliardi erogati (e che si continuano a erogare) a Paesi terzi lontani anni luce dal perimetro dello Stato di diritto.
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