Lavrov: “L’impennata della spesa militare della NATO condurrà al suo collasso”.
La corsa al riarmo della NATO rischia di diventare il suo stesso tallone d’Achille. È quanto sostiene il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, che al termine del Consiglio dei ministri degli Esteri dell’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (CSTO), svoltosi in Kirghizistan ha attaccato frontalmente le nuove linee di spesa dell’Alleanza Atlantica.
“L’aumento catastrofico delle spese militari da parte dei Paesi NATO porterà al collasso dell’organizzazione”, ha dichiarato Lavrov, rispondendo a una provocazione del collega polacco Radoslaw Sikorski, secondo cui sarebbe invece l’espansione militare russa a condurre alla rovina del Cremlino.
Le dichiarazioni del capo della diplomazia russa arrivano a pochi giorni dal vertice NATO de L’Aia (24-25 giugno), dove gli alleati hanno approvato un ambizioso piano di rafforzamento della spesa militare. Secondo il comunicato finale, gli Stati membri dovranno destinare almeno il 3,5% del PIL alla difesa entro il 2035, con un ulteriore 1,5% riservato a protezione delle infrastrutture critiche, innovazione tecnologica e rafforzamento dell’industria bellica.
Una soglia che però, secondo Lavrov, mette a rischio la coesione interna dell’Alleanza: “Si tratta di un modello insostenibile, fondato su minacce immaginarie”, ha affermato. “La Russia, al contrario, come ha detto il presidente Putin di recente a Minsk, si muoverà con pragmatismo e buon senso, e prevede di ridurre le spese militari, non di aumentarle”.
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