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L’attacco alla Regione Sardegna, Ruggiu: “Scandalo fondi agricoli non spesi. Oltre 11 milioni persi”.

Nonostante l’alternarsi dei quotidiani comunicati autoreferenziali sulla “bontà” e “infallibilità” della maggioranza guidata da Alessandra Todde e soci, è bufera (dopo le solite “elargizioni” del Consiglio regionale ad amici e groupies) anche sulla gestione dei fondi europei per l’agricoltura in Sardegna.

A sottolineare l’ennesima milestone in negativo dell’attuale corso regionale, è la relazione tecnica allegata alla legge di stabilità regionale 2025, da cui emerge un dato allarmante: a causa di gravi inefficienze dell’organismo pagatore ARGEA, l’isola ha mancato la scadenza del 30 giugno 2024 per completare i pagamenti relativi al PSR 2023, perdendo l’accesso a una parte consistente dei finanziamenti europei destinati al comparto agricolo.

“Un errore tecnico, ma soprattutto politico – denuncia Stefano Ruggiu, vicepresidente del Centro Studi Agricoli – che ha costretto la Regione a prelevare oltre 11 milioni di euro dal proprio bilancio, sottraendoli a settori cruciali come sanità, scuola, servizi sociali e infrastrutture”. Critiche, quindi, verso l’operato dell’assessorato all’Agricoltura (occupato al momento dal partito dei Progressisti) e della macchina amministrativa regionale, accusati di non essere riusciti a garantire il rispetto delle scadenze previste dai regolamenti comunitari.

Secondo quanto riportato nel documento ufficiale, alla fine di giugno 2024 risultavano ancora non liquidate numerose domande di pagamento presentate l’anno precedente. Dei 139 milioni richiesti dai beneficiari, ARGEA è riuscita a erogarne soltanto 87, con un disavanzo di oltre 11 milioni di euro. La Regione ha cercato di coprire la differenza attingendo alla riserva nazionale del FEASR, ma l’ammontare disponibile si è rivelato largamente insufficiente.

“Non si tratta di un imprevisto, ma di un problema strutturale – sottolinea Ruggiu –. Da anni in Sardegna si registrano ritardi, contenziosi e ricorsi, e il sistema continua a generare inefficienze gravi. AGEA prevede una riserva del 5% per far fronte a ritardi fisiologici, ma l’isola ha superato sistematicamente questa soglia. Il danno, ancora una volta, lo pagano i cittadini e gli agricoltori”.

Il Centro Studi Agricoli ha chiesto (ma sarebbe meglio stato lasciare perdere visti i precedenti degli ultimi 13 mesi) dunque chiarezza e una maggiore responsabilità politica. “La Giunta tenta di giustificarsi evocando difficoltà normative e vincoli nazionali, ma la verità è che ci troviamo davanti a un fallimento amministrativo evidente. Servono nomi, responsabilità chiare e provvedimenti concreti. L’agricoltura sarda è in ginocchio: non può permettersi anche il peso dell’incompetenza burocratica”, conclude Ruggiu.