La violenza di genere ai tempi del Covid-19.

Con l’introduzione delle limitazioni alla mobilità introdotta con il DPCM n.18 dell’8 marzo 2020, i casi di violenza domestica sono aumentati, come evidenziato dalle principali fonti internazionali.

In Italia durante gli ultimi due mesi si è registrato un aumento delle telefonate al numero verde 1522, contro la violenza di genere e lo stalking. Un servizio messo a disposizione dal Dipartimento per le Pari Opportunità per sostenere e aiutare le vittime di violenza di genere e stalking (in linea con quanto definito dalla Convenzione di Istanbul).

Il confronto tra l’1°marzo-16 aprile 2020 e lo stesso periodo dell’anno precedente evidenzia un forte aumento delle richieste di aiuto. Su tale incremento ha, infatti, influito anche l’intensificazione della campagna d’informazione sul tema mirata a far emergere una maggiore consapevolezza da parte delle donne nel volere uscire da una violenza pressante e cogente o una maggiore capacità a utilizzare gli strumenti utili per chiedere sostegno.

Dalle rilevazioni ISTAT, inoltre, emerge una diminuzione delle denunce per maltrattamento ricevute dalle forze di Polizia tra il 1° e il 22 marzo 2020 per maltrattamento e lesioni, rispetto allo stesso periodo del 2019. In particolare, le denunce per maltrattamenti in famiglia sono diminuite del 43,6%, quelle per omicidi di donne del 33,5%, tra le quali risultano in calo dell’83,3% le denunce per omicidi femminili da parte del partner. 

L’andamento delle chiamate negli anni, anche se fortemente condizionato dall’efficacia delle campagne di sensibilizzazione, si presenta con numeri rilevanti. Pur sottraendo alla numerosità complessiva le chiamate fatte per errore o per scherzo, o per molestare (le cosiddette chiamate non valide) il totale delle chiamate “valide” per anno vanno dalle 17616 del 2017 alle 21290 del 2019. 

LEGGI ANCHE:  Covid-19. Nuovo picco nell'Isola: 3131 positivi e 8 decessi.

Il numero verde 1522 sembra aver rappresentato uno strumento di grande sostegno alle vittime di violenza nel periodo del lockdown. A partire dal 22 marzo, la crescita delle chiamate al 1522 ha avuto un andamento esponenziale, fatta eccezione per la strutturale diminuzione delle telefonate nel fine settimana. Ad aumentare in misura vertiginosa sono state soprattutto le richieste di aiuto; stabili invece quelle delle persone che chiamano al fine di molestare o denigrare l’attività delle operatrici e le chiamate errate (in tutto ammontano a 1.788 tra il 1° marzo e il 16 aprile 2020 contro 2.478 nello stesso periodo del 2019).

Nel Lazio e in Toscana si è registrata la maggiore crescita di richieste d’aiuto, che passano rispettivamente da 6,8 per 100 mila abitanti del 2019 a 12,4 e da 4,8 a 8,5 per 100 mila abitanti. Seguono Piemonte (da 5,2 a 6,6 per 100 mila abitanti) Liguria (da 4,1 a 7,2) e Lombardia (da 4,1 a 6,9).

Anche nelle regioni del Sud il tasso di incidenza regionale cresce in misura rilevante: con riferimento all’utenza in generale, in Puglia si passa da 3,2 a 6,0, in Sardegna da 3,9 a 6,6. 

In 4 casi su 10 si chiama per violenza e stalking (2.013 chiamate, pari al 40% delle chiamate valide tra il 1° marzo e il 16 aprile 2020) per chiedere informazioni sul servizio stesso (1.423, il 28,3%) per avere informazioni sui centri antiviolenza (654, il 13%). È elevato anche il numero di coloro che si rivolgono al servizio per chiedere assistenza di tipo sociale o psicologica, pari al 17,1% (con 858 casi).

Al numero verde antiviolenza si rivolgono anche persone che non trovano un ascolto adeguato alle diverse richieste di sostegno. Questa tipologia di telefonate è cresciuta in proporzione di più nel periodo 1°marzo – 16 aprile 2020 rispetto agli anni precedenti (+7,8 punti percentuali).

LEGGI ANCHE:  Cagliari: prova a rinnovare il permesso di soggiorno esibendo un passaporto falso. Arrestato 23enne.

Un altro dato allarmante della ricerca è che a fronte di un aumento delle richieste di aiuto, non corrisponde un aumento delle denunce. Rispetto allo stesso periodo del 2019, dal 1° marzo al 16 aprile 2020 hanno fatto più ricorso al 1522 anche i Centri Antiviolenza (25 casi contro i 7 del periodo precedente) e le Forze dell’Ordine (34 chiamate rispetto alle 30 del periodo precedente). Le vittime, pari al 40% di chi ha chiamato, donne nel 97% dei casi (un dato costante nel tempo) appartengono a diverse classi di età e sono in maggioranza coniugate, segno che la richiesta di aiuto proviene da un tipo di violenza di coppia.

Dal racconto che le vittime fanno alle operatrici del 1522 emerge che la maggior parte di esse non denuncia la violenza subita, proprio perché consumata per lo più all’interno di contesti familiari. Mettendo a confronto il periodo 1°marzo–16 aprile del 2019 e del 2020 si osserva inoltre un calo della quota di vittime che denunciano, dal 74,8% (947 casi) al 72,8% (1.466).

I motivi della mancata denuncia sono legati alle conseguenze negative che si possono generare nel contesto familiare (21,6%) alla paura generica (13,4%) alla paura della reazione del violento (10,9%) all’incertezza sul dopo (6,0%) alla poca fiducia nelle Forze dell’Ordine o perché queste ultime hanno sconsigliato di fare denuncia (3,3%). Tra le vittime, il 2,8% ha ritirato la denuncia e più di una su tre (il 40,4%) è tornata dal maltrattante.

LEGGI ANCHE:  L'Aou Sassari risponde alle dichiarazioni della Cisl

A rafforzare la pericolosità della violenza vissuta in famiglia sono i racconti fatti dalle persone che si rivolgono al 1522, dai quali emerge che la casa è uno dei luoghi in cui più di frequente avviene la violenza: 93,4% dei casi nel 2020. Nella maggior parte dei casi la violenza non appare un episodio sporadico ma attiene a comportamenti reiterati nel tempo: il 74,6% dichiara che la violenza dura da anni (72,6% nello stesso periodo del 2019) il 18,6% afferma che dura da mesi.

Le vittime che concludono la telefonata confessano di vivere in uno stato di disagio: il 45,3% dichiara di avere paura di morire e per la propria incolumità. La percentuale di coloro che provano tale stato d’animo è aumentata di 5,4 punti percentuali nel periodo 1° marzo-16 aprile 2020, rispetto al 39,9% dello stesso periodo del 2019.
Il 56% delle richieste di aiuto arriva da parte di vittime con figli e il 33,7% da parte di vittime con figli minori. Il 64,1% delle vittime con figli (cioè 722 persone) dichiara casi di violenza a cui hanno assistito minori e/o casi di violenza subita da minori.

La violenza denunciata al telefono è per lo più di tipo fisico e psicologica, dato costante negli anni. Nel periodo considerato le segnalazioni per violenza fisica sono aumentate di circa 10 punti percentuali passando dal 43,4%, al 52,7%; quelle di violenza psicologica di circa 5 punti, dal 37,9 al 43,2%.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.