Europa

La repressione del Pride è una questione di “democrazia” solo in Ungheria e Russia?

La repressione dei diritti della comunità LGBT è una questione democratica solo se riguarda i Paesi non allineati ai desiderata dell’Ue? Una domanda dalla semplice risposta alla luce della differente narrazione (ricordiamoli i famosi doppi standard Ue) sulla repressione dei pride in Russia, Ungheria e quello recente in programma a Istanbul, lo scorso 29 giugno, nel corso del quale le forze dell’ordine turche hanno disperso con violenza i manifestanti, arrestando almeno 50 persone tra cui avvocati e giornalisti. Un intervento duro (e che di fatto rappresenta l’ultimo episodio di un clima di crescente ostilità nei confronti delle persone LGBTQIA+ nel Paese), sul quale non si è fatta sentire la propaganda Ue e il solito coro di “anime pie” foraggiato dai tanti programmi comunitari “sui diritti”.

Da mesi, peraltro, il Parlamento turco sta esaminando proposte di legge volte a vietare la “promozione dell’omosessualità” e a limitare contenuti ritenuti contrari ai “valori familiari”. Questi provvedimenti, simili a quelli adottati in Russia e Ungheria, minacciano gravemente la libertà di espressione, di associazione e il principio di non discriminazione.

Eppure, una condanna o la minima stigmatizzazione verso il Governo turco da parte della Commissione di Ursula, sempre molto puntuale insieme all’Alto rappresentante dell’Ue, Kaja Kallas, a sollevare i casi sugli “attacchi ai valori Ue”, non si è fatta sentire.

Solo recentemente, ieri per l’esattezza, la Commissione europea è intervenuta sulla questione, in risposta a una interrogazione dell’eurodeputata Mélissa Camara (Verts/ALE), affermando che la situazione sui diritti umani in Turchia è “monitorata con attenzione” e che nel rapporto annuale 2024 dell’Esecutivo von der Leyen è evidenziata la mancanza di tutele per i diritti di lesbiche, gay, bisessuali, transgender, intersessuali e queer (LGBTIQ), il divieto del Governo verso l’organizzazione delle parate del Pride, mentre sono permesse manifestazioni anti-LGBTIQ.

Le differenze e i doppi standard, anche alla luce della timida uscita della Commissione Ue, sono dunque evidenti come ci ricordano le polemiche rilevate nel corso dell’ultimo pride di Budapest. I veri mostri, quindi, sono i nemici dei valori dell’Ue o solo alcuni Paesi non allineati?

foto European Union 2022 – Source : EP