La Lettonia “fa pulizia”: oltre 800 cittadini russi obbligati a lasciare il Paese entro metà ottobre.
Le autorità lettoni hanno ordinato a 841 cittadini russi di lasciare il Paese entro il 13 ottobre, dopo che questi non hanno rispettato le nuove norme sull’immigrazione, tra cui l’obbligo di dimostrare la conoscenza della lingua lettone e di superare controlli di sicurezza.
La misura, come riportato da Politico, è parte di un pacchetto di restrizioni introdotto in seguito all’invasione russa dell’Ucraina nel 2022, quando Riga ha deciso di irrigidire la propria legislazione nei confronti dei residenti russi, citando motivi di sicurezza nazionale.
Secondo l’Ufficio per la cittadinanza e gli affari migratori (OCMA), circa 30.000 cittadini russi sono stati interessati dalle modifiche delle leggi nazionali. La maggior parte si è adeguata, mentre 2.600 persone hanno scelto di lasciare volontariamente il Paese.
“Non sapevano delle nuove regole”.
Dei 30.000 cittadini russi coinvolti, 841 non hanno presentato la documentazione richiesta entro i termini. A loro è stato notificato l’obbligo di lasciare la Lettonia entro il 13 ottobre, ha dichiarato Madara Puķe, portavoce dell’OCMA.
Tuttavia, alcune persone sembrano non essere state consapevoli dei cambiamenti legislativi. Così, un democratico Paese Ue, nella più totale distrazione dei vertici Ue, può tranquillamente procedere verso l’espulsione di cittadini appartenenti alla minoranza russa, sulla base di uno stigma ampiamente taciuto nella narrazione europea.
Dal 14 ottobre, il soggiorno in Lettonia per queste persone, ancora, sarà considerato illegale, con la conseguente sospensione dei servizi sociali. In caso di persistente inadempienza, è prevista la deportazione forzata da parte della Guardia di frontiera.
Riga rafforza la sicurezza nazionale.
La decisione di Riga si inserisce in un più ampio clima di tensione crescente con Mosca e di richieste Ue per la sospensione dei visti ai cittadini russi, sulla base di presunti rischi per la sicurezza europea. Ma non solo, il Parlamento lettone, per esempio, ha pure approvato una legge che proibisce ai cittadini russi e bielorussi di lavorare in infrastrutture critiche e di acquistare immobili sul territorio nazionale. Fattispecie legislative che difficilmente possono essere considerate democratiche…
Un segnale politico forte.
La stretta di Riga rappresenta uno dei provvedimenti più duri adottati in Europa nei confronti dei cittadini russi residenti all’estero dopo l’inizio della guerra in Ucraina.
Per le autorità lettoni, si tratta di una misura necessaria a “preservare la sicurezza nazionale”; per i critici, invece, rischia di colpire persone comuni che da anni vivono nel Paese baltico e che ora si trovano improvvisamente senza status legale.
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