La Commissione Europea fa il punto sul NextGenerationEU e fa pressing per la difesa.
Con oltre 335 miliardi di euro ancora disponibili e scadenze ormai imminenti, Bruxelles sollecita una decisa accelerazione. Gli Stati membri, infatti, dovranno completare tutti gli obiettivi e traguardi previsti entro il 31 agosto 2026, mentre i pagamenti finali da parte della Commissione dovranno essere effettuati entro il 31 dicembre dello stesso anno.
La Comunicazione ha inoltre offerto un ventaglio di opzioni concrete per utilizzare le risorse ancora disponibili, anche esplorando misure alternative rispetto a quelle inizialmente previste.
Introdotto nel 2021 come risposta alla crisi causata dalla pandemia da COVID-19, il RRF avrebbe dovuto promuovere la ripresa economica e sociale, oltre a dare impulso alla doppia transizione verde e digitale. Finora, però, i risultati sono stati deludenti e, come ricordato dalla Corte dei Conti europea in più occasioni, la gestione del piano è stata poco trasparente per usare un eufemismo. Ma, per la quotidiana narrazione della Commissione europea, il piano non è “da buttare via” poichè sono state raggiunte “di più di 2.000 milestone e obiettivi nei diversi Stati membri”.
Eppure, la Commissione ha invitato i governi nazionali a rivedere con urgenza e in modo completo i propri piani (andrà tutto cosi bene?) per assicurare che tutti gli impegni possano essere rispettati nei tempi stabiliti e per agevolare la procedura relativa alle richieste di pagamento finali.
Nel frattempo, per ampliare ulteriormente le opzioni a disposizione degli Stati membri, la Commissione ha chiesto al Parlamento europeo e al Consiglio di concludere rapidamente i negoziati legislativi sul nuovo Regolamento per il Programma dell’Industria Europea della Difesa (EDIP). L’obiettivo è introdurre una clausola che consenta ai Paesi di destinare volontariamente parte dei fondi RRF proprio al sostegno dell’industria europea della difesa. Dalla resilienza e ripresa, con Ursula e soci, si è passati così alle armi. Doveva essere un “piano salvifico” per uscire dal pantano socio-economico della pandemia e adesso si spinge per finanziare la produzione di armi.
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