Sardegna

Italia in movimento: record di espatri e immigrazione straniera, il Sud si svuota.

Nel biennio 2023-2024, l’Italia ha registrato livelli di mobilità interna ed esterna mai così alti nell’ultimo decennio. Secondo gli ultimi dati Istat, il Paese ha assistito a un boom degli espatri da parte dei cittadini italiani – ben 270 mila, in crescita del 39,3% rispetto al biennio precedente – e a un’impennata delle immigrazioni straniere, salite del 31,1% per un totale di 760 mila nuovi ingressi.

La mobilità interna resta intensa, con 1,424 milioni di cambi di residenza tra Comuni ogni anno (-1,6% rispetto al 2021-2022), ma i flussi sono sempre più sbilanciati: il Nord continua a rafforzare la sua attrattività, mentre il Mezzogiorno continua a perdere residenti.

Il saldo migratorio interno penalizza pesantemente il Sud: nel biennio considerato, 241 mila persone si sono trasferite dal Mezzogiorno al Centro-Nord, a fronte di soli 125 mila spostamenti nella direzione opposta. Il saldo netto è negativo per 116 mila residenti. Lombardia si conferma la meta preferita (quasi il 30% dei trasferimenti dal Sud), seguita da Lazio ed Emilia-Romagna.

Tra le regioni d’origine, a spiccare sono Campania (28,5% dei flussi), Sicilia (24,1%) e Puglia (18%). In termini relativi, però, è la Calabria a guidare la classifica dell’emigrazione interna, con quasi 9 persone su 1.000 trasferitesi al Nord, seguita da Basilicata (7,8‰) e Molise (7,3‰). Il record provinciale va a Crotone, con un tasso di emigratorietà di quasi 11‰.

Sul fronte dell’immigrazione dall’estero, il biennio 2023-24 segna un nuovo picco: 874 mila ingressi complessivi (+6,4% rispetto al 2022), interamente trainati dai cittadini stranieri (+13%). Gli italiani che rientrano dall’estero (rimpatri) sono invece in calo del 23,6%.

L’età media degli immigrati stranieri si conferma più bassa rispetto agli italiani rientrati: oltre la metà degli stranieri ha tra i 15 e i 34 anni, contro solo un terzo degli italiani nella stessa fascia d’età. Il tasso di mobilità interna degli stranieri è più che doppio rispetto a quello degli italiani (49‰ contro 21,7‰), segno di una presenza dinamica e in espansione.

Il Nord accoglie oltre la metà dei nuovi stranieri (54,1%), con Lombardia in testa (un quinto degli ingressi), seguita da Emilia-Romagna, Veneto, Piemonte, Toscana e Lazio. Milano e Roma restano le principali città di destinazione, con rispettivamente 65 mila e 47 mila nuovi residenti stranieri nel biennio.

L’incremento dei flussi migratori è stato particolarmente marcato per le provenienze dall’Africa (+43,9%), America e Oceania (+18,5%) e Asia (+12,5%). Raddoppiati gli ingressi dalla Tunisia (+95%) e forte crescita anche da Egitto (+60,6%), Bangladesh (+32,2%), Pakistan (+24,8%) e India (+5,4%).

In controtendenza, invece, i flussi dall’Europa (-6%), con un calo marcato dai Paesi UE (-12,6%). Nonostante un lieve rallentamento, l’Ucraina resta il primo Paese di origine (oltre 29 mila ingressi annui), seguita dall’Albania (28 mila) e dalla Romania (21 mila, -24,8%).

Il quadro complessivo mostra un Paese attraversato da una mobilità crescente e squilibrata: il Nord si conferma come motore economico e demografico, mentre il Sud continua a svuotarsi, perdendo giovani e capitale umano. Allo stesso tempo, l’immigrazione straniera si intensifica e si diversifica, concentrandosi nelle aree urbane e settentrionali, e confermando il ruolo dell’Italia come meta di approdo in un contesto globale segnato da crisi, guerre e instabilità.