Israele colpisce l’Iran. Esplode l’escalation in Medio Oriente.

“Attaccheremo l’Iran prima delle elezioni presidenziali americane del 5 novembre”. A prometterlo, nelle scorse settimane, era stato il sanguinario presidente israeliano, Benjamin Netanyhau che, nelle prime ore del mattino di oggi, ha fatto partire l’attacco – supervisionato dal Capo di Stato maggiore, Herzi Halevi – dell’IDF all’Iran.

Esercito, secondo le prime indiscrezioni, che avrebbe già colpito 20 obiettivi iraniani, tra postazioni missilistiche terra-aria e impianti di produzione di missili nelle province di Teheran, Ilam e Khuzestan. Nell’offensiva, sviluppatasi lungo 2000 km di territorio iraniano, sarebbero state coinvolte decine di aerei israeliani, tra cui gli F-35 americani di ultima generazione. E gli Stati Uniti, poi, chiedono la pace e dichiarano di non essere coinvolti nell’attacco israeliano contro l’Iran.

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Insomma, un’altra alzata di ingegno del presidente protetto del Governo di Tel Aviv per aumentare il livello di escalation nella regione mediorientale.

Colpita anche la capitale Teheran, giusto per non farsi mancare niente ma, al momento, non sarebbero state segnalate perdite civili, danni agli impianti petroliferi e alle infrastrutture di trasporto.

Nel frattempo tutti i voli in Iran sono stati cancellati dal Governo per ragioni di sicurezza.

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