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Iran, Operazione Midnight Hammer. Pete Hegseth: “Inflitto danni gravissimi”.

Il Segretario alla Difesa Pete Hegseth e il Generale Dan Caine, hanno celebrato quest’oggi al Pentagono il successo dell’operazione notturna condotta dal Comando Centrale degli Stati Uniti (Centcom) contro tre impianti nucleari in Iran. “L’ordine del nostro comandante in capo è stato chiaro, potente e diretto. Abbiamo devastato il programma nucleare iraniano,” ha dichiarato Hegseth in apertura di conferenza, specificando che l’operazione non ha avuto come obiettivo truppe o civili iraniani.

Il Generale Caine ha aggiunto che le prime valutazioni dei danni indicano “una distruzione estremamente significativa” in tutti e tre i siti colpiti: Fordow, Natanz ed Esfahan.

Pete Hegseth, Dan Caine, (DoD photo by U.S. Navy Petty Officer 1st Class Alexander Kubitza)

L’operazione è partita dagli Stati Uniti ed è proseguita per 18 ore in silenzio radio, fino al momento dell’attacco. Alle ore 18:40 (EDT) di ieri, il primo dei sette bombardieri stealth B-2 Spirit ha sganciato due bombe GBU-57 “bunker buster” da 30.000 libbre sull’impianto sotterraneo di Fordow.

Questa è stata la prima volta che l’arma penetrante GBU-57 è stata impiegata in un’operazione reale. L’intero attacco ha incluso 14 bombe di questo tipo.

Il piano d’attacco comprendeva anche l’uso di velivoli-esca che hanno volato verso ovest, sopra l’Oceano Pacifico, in una manovra di depistaggio nota solo a un ristretto gruppo di pianificatori tra Washington e il comando del Centcom. “Sono state utilizzate diverse tattiche di inganno” ha spiegato Caine.

Oltre ai bombardieri, un sottomarino statunitense operante nell’area di responsabilità del Centcom ha lanciato oltre due dozzine di missili da crociera Tomahawk contro infrastrutture chiave nel sito di Isfahan, portando a circa 75 il numero totale di armi di precisione impiegate.

Operazione-Martello-di-Mezzanotte, foto OSDPA
Operazione Martello di Mezzanotte, foto OSDPA

Secondo il Pentagono, non ci sarebbero state reazioni da parte iraniana all’uscita del convoglio americano dall’area: “Non risultano colpi sparati verso i nostri assetti. I caccia iraniani non si sono alzati in volo e i loro sistemi antiaerei non sembrano averci individuati. L’effetto sorpresa è stato mantenuto per tutta la durata della missione,” ha dichiarato Caine.

“In poche settimane siamo passati dalla pianificazione strategica all’esecuzione globale. Nessun altro esercito al mondo avrebbe potuto portare a termine un’operazione simile,” ha affermato, facendo eco alle parole del presidente Donald J. Trump, suggerendo che l’attacco all’Iran era in gestazione da tempo dalle parti della Casa Bianca.

Sul significato politico dell’operazione, Hegseth ha poi precisato che “questa missione non è e non è mai stata finalizzata a un cambio di regime. Il presidente ha autorizzato un intervento di precisione per neutralizzare le minacce poste dal programma nucleare iraniano alla sicurezza nazionale e alla difesa collettiva delle nostre truppe e del nostro alleato, Israele”.

Infine, in merito alla possibilità di una rappresaglia iraniana, Caine ha avvertito: “Abbiamo alzato il livello di allerta in tutta la regione mediorientale. Qualsiasi tentativo di risposta da parte dell’Iran o dei suoi alleati sarebbe una scelta estremamente avventata. Difenderemo i nostri soldati e i nostri civili con ogni mezzo necessario”.

foto OSDPA