Sardegna

Ipertensione, allarme in Italia: quasi la metà degli uomini colpiti. ISS: “Serve più consapevolezza”.

In occasione della Giornata mondiale contro l’ipertensione, che si celebra ogni anno il 17 maggio, l’Istituto Superiore di Sanità lancia un nuovo allarme: il 49% degli uomini e il 39% delle donne tra i 35 e i 74 anni in Italia è iperteso, e circa un terzo di loro non ne è consapevole. Un dato inquietante, se si considera che l’ipertensione arteriosa è uno dei principali killer silenziosi del nostro tempo, fortemente legata a ictus, infarti, insufficienze renali, demenza e persino cecità.

A fornire il quadro aggiornato è l’indagine Italian Health Examination Survey – Progetto CUORE, condotta dal Dipartimento malattie cardiovascolari, endocrino-metaboliche e invecchiamento dell’ISS. I dati raccolti tra il 2023 e il 2024 indicano una pressione arteriosa media pari a 134/80 mmHg per gli uomini e 126/75 mmHg per le donne, ma soprattutto confermano l’alta prevalenza dell’ipertensione nella popolazione, sia tra coloro con valori clinici alterati sia tra chi è già in trattamento farmacologico.

E se i numeri di oggi spaventano, è importante ricordare che nel corso degli ultimi vent’anni c’è stata comunque una lenta ma costante riduzione dei livelli medi di pressione arteriosa. Le precedenti rilevazioni, dal 1998 al 2019, mostrano una discesa sia della pressione sistolica che di quella diastolica, così come della prevalenza di ipertesi, più marcata tra le donne. Nonostante i miglioramenti, il fenomeno resta largamente diffuso e sottovalutato, soprattutto tra chi non si sottopone regolarmente a controlli.

Sul fronte internazionale, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha fissato obiettivi ambiziosi: contenere entro il 2025 la prevalenza globale di pressione alta e raggiungere una riduzione del 33% entro il 2030, prendendo come riferimento i livelli del 2010. Obiettivi che si scontrano, però, con abitudini quotidiane spesso scorrette.

A incidere maggiormente sull’insorgenza dell’ipertensione sono infatti fattori legati allo stile di vita: alimentazione sbilanciata, consumo eccessivo di sale, sedentarietà, sovrappeso, fumo, abuso di alcol e stress cronico. Secondo l’OMS, intervenire su questi aspetti è la chiave per prevenire la malattia e mantenerla sotto controllo, insieme a un uso corretto delle terapie farmacologiche.

Gli esperti dell’ISS, Luigi Palmieri e Chiara Donfrancesco, ribadiscono la necessità di rafforzare le campagne di sensibilizzazione, aumentare i controlli e promuovere un approccio attivo alla salute, soprattutto tra i più giovani. “La consapevolezza è il primo passo – spiegano – ma serve un impegno collettivo e sistemico per invertire davvero la rotta”.