INPS: NASpI stabile, cresce la Cassa Integrazione.
L’INPS rende noti i dati aggiornati su NASpI e Cassa Integrazione Guadagni (CIG), tracciando un quadro che riflette l’andamento del mercato del lavoro italiano tra stabilità e ristrutturazioni industriali. A novembre 2024 i beneficiari della NASpI – l’indennità di disoccupazione – si attestano a 1.303.982, in lieve crescita (+2,2%) rispetto allo stesso mese del 2023, quando erano 1.275.505.
Più marcato l’incremento sul fronte della Cassa Integrazione Guadagni. A marzo 2025 le ore autorizzate ammontano a 61,7 milioni: un calo rispetto ai 66,6 milioni di febbraio, ma un forte aumento rispetto ai 39,9 milioni di marzo 2024. Il primo trimestre dell’anno segna complessivamente 176,5 milioni di ore autorizzate, con una crescita del 30,2% rispetto ai 135,5 milioni dello stesso periodo dell’anno precedente. Un dato che rispecchia le esigenze di importanti settori industriali – tra cui metalmeccanico, tessile, abbigliamento, cuoio e calzature – coinvolti in processi di riorganizzazione e transizione.
Nel dettaglio, la Cassa Integrazione Ordinaria (CIGO) registra a marzo 2025 30,7 milioni di ore autorizzate, in aumento sia rispetto ai 30,1 milioni di febbraio sia ai 24,7 milioni di marzo 2024, confermando il ricorso allo strumento per gestire flessioni temporanee dell’attività produttiva.
La Cassa Integrazione Straordinaria (CIGS) segna invece 29,9 milioni di ore, in calo rispetto ai 35,4 milioni di febbraio, ma più del doppio rispetto ai 13,6 milioni del marzo precedente. Di queste, 16,2 milioni sono state autorizzate nell’ambito di contratti di solidarietà.
Decisamente più contenuto il ricorso alla Cassa Integrazione in Deroga, con circa 90 mila ore autorizzate a marzo 2025 e un totale trimestrale di 378 mila ore, in calo rispetto al primo trimestre 2024. Una tendenza che conferma la progressiva dismissione di questo strumento emergenziale.
Infine, i Fondi di Solidarietà autorizzano 953 mila ore a marzo, in rialzo rispetto alle 797 mila di febbraio ma leggermente inferiori alle 968 mila di un anno prima.
Cresce, dunque, l’apporto (e l’onere) degli strumenti di sostegno al reddito in risposta a ristrutturazioni industriali e transizioni produttive nel nostro Paese. Sintomo, inequivocabile, di una economia sempre più fragile e scarsamente resiliente.