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Influenza statunitense sui media europei: la Commissione non ha dati sui finanziamenti USAID.

Dopo la decisione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di sospendere le attività dell’agenzia federale USAID lo scorso febbraio, è emerso che l’agenzia, nata per fornire aiuti allo sviluppo e assistenza umanitaria, ha negli anni erogato finanziamenti anche a diversi organi di stampa europei. Una pratica (se mai ci fosse il bisogno di rimarcarlo) che solleva dubbi sulla trasparenza e l’indipendenza dell’informazione nell’Unione e che riapre il dibattito sul rischio di ingerenze straniere nell’informazione europea, in un contesto geopolitico sempre più polarizzato.

A sollevare la questione è stata l’eurodeputata Barbara Bonte, intervenuta per chiedere alla Commissione Europea di riferire su tali fondi, sulle eventuali indagini e sulle contromisure adottate per impedire che media europei ricevano finanziamenti da Paesi terzi.

Nella sua risposta scritta, ieri, la Commissione, per voce della vice presidente esecutiva Henna Virkkunen, ha chiarito di non avere una panoramica completa dei mezzi d’informazione europei che hanno ricevuto fondi da USAID. Inoltre, ha ammesso che le attuali normative europee non prevedono il monitoraggio né il divieto di donazioni esterne ai media da parte di attori stranieri.

La Commissione ha tuttavia sottolineato che, a partire dall’8 agosto 2025, entrerà in vigore il nuovo European Media Freedom Act, che introdurrà regole più stringenti in materia di trasparenza sulla proprietà dei media e sull’origine dei fondi pubblicitari, inclusi quelli provenienti da autorità o entità di Paesi terzi. Il regolamento, inoltre, impone che i fondi pubblici siano assegnati secondo criteri trasparenti e non discriminatori.

Nonostante queste novità, restano ampie zone grigie nella regolamentazione delle donazioni private dall’estero, un ambito non ancora disciplinato né monitorato.

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