Incendi in Sardegna, seduta congiunta delle commissioni quarta e quinta.

Più prevenzione e nuove politiche forestali per la gestione delle aree boschive in Sardegna. Di questo e del ruolo degli agricoltori e pastori si è discusso nel corso della seduta congiunta delle commissioni Attività Produttive e Governo del Territorio del Consiglio regionale, anche grazie all’intervento qualificato dei rappresentanti degli agronomi, periti agrari e dei vertici di Coldiretti, Confagricoltura, Cia e Copagri, auditi dai consiglieri regionali.

“Occorre un salto di qualità nelle prevenzione – ha affermato il presidente della Federazione degli ordini professionali dei dottori agronomi e forestali della Sardegna Luigi Ledda – bisogna guardare alle esperienze di successo di altre regioni del Mediterraneo. Gli effetti devastanti degli ultimi incendi – prosegue – dipendono molto dall’abbandono delle campagne. Prima, queste porzioni di territorio erano adibite a pascolo, oggi sono nuovamente coperte dalla macchia mediterranea. Manca una pianificazione territoriale e un governo delle superfici boschive”.

Va quindi aggiornata la normativa sul “refresh” che sta penalizzando agricoltori e allevatori sardi: “Le superfici di macchia mediterranea – ha ricordato il rappresentante degli agronomi – sono idonee al pascolo. Vanno inserite tra quelle selezionate per i premi comunitari. Gli ultimi rilevamenti del refresh hanno invertito la tendenza rendendo molte aree non più appetibili. In questo modo non si fa altro che allontanare pastori e contadini dalle campagne”.

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Un nuovo paradigma per le campagne è stato chiesto anche dal Coordinamento regionale dei periti agrari, per i quali “serve lo sforzo di tutti per coordinare attività e azioni per presidiare il territorio attraverso associazioni di volontariato, cacciatori organizzati, compagnie barracellari. Vanno coinvolte – secondo il presidente Graziano Pau – anche le aziende agricole che operano in aree a rischio riconoscendo loro un incentivo per gli interventi di prevenzione”.

Nel corso del suo intervento il rappresentante dei periti agrari ha ribadito l’urgenza di procedere ad una stima dei danni degli ultimi devastanti roghi del Montiferru e procedere ai ristori: “Va creato un fondo di sostegno per gli agricoltori e ricostituito il patrimonio aziendale se si vuole evitare l’abbandono delle campagne”.

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Per il presidente di Coldiretti, Battista Cualbu, vanno rivisti i regolamenti forestali, poiché “in alcune zone, il bosco ha preso il sopravvento. Questo perché il pascolo del bestiame è vietato o limitato”.

Piero Maieli, Giuseppe Talanas
Piero Maieli, Giuseppe Talanas

“La presenza degli animali – precisa Cualbu – tiene pulito il bosco e consente di governarlo meglio. Per secoli i pastori hanno contribuito a sviluppare un patrimonio boschivo di valore inestimabile. A loro va restituito il ruolo di principali custodi dell’ambiente se si vuole realmente combattere lo spopolamento delle zone interne”.

Cualbu ha poi suggerito una modifica della legge che vincola per 10 anni le superfici percorse dal fuoco: “Al danno subito da contadini e pastori si aggiungerebbe la beffa di non poter operare sui terreni distrutti dalla mano dei piromani”. Il presidente di Coldiretti, infine, ha sollecitato un incremento dei fondi destinati ai terreni colpiti da calamità naturali ed eventi catastrofici, affermando che “la somma di 2,5 milioni di euro non è sufficiente”.

Per Confagricoltura, rappresentata oggi dal presidente Luca Sanna, ciò che è successo a fine luglio in Sardegna va inquadrato in un contesto nazionale ed europeo: “La nostra è una delle regioni più verdi d’Europa, il problema va affrontato coinvolgendo anche l’Ue. Gli agricoltori possono fare molto, pulendo i terreni e collaborando con i comuni, ma la loro attività va retribuita”.

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Sulla tempestività dei ristori si è espresso Pietro Tandeddu di Copagri: “Servono procedure semplificate per ricostituire le scorte di foraggio e ripristinare le recinzioni. Alcune norme sulla forestazione vanno riviste – ha concluso – così come è urgente recepire alcune leggi nazionali molto utili sul fronte della prevenzione degli incendi e del governo del territorio”.

Secondo Francesco Erbì, presidente della Cia, ciò che manca in Sardegna, ancora, è una seria politica ambientale e forestale: “Ci occupiamo di porzioni di territorio con i cantieri forestali ma nell’isola esistono terre pubbliche e terre private senza alcun controllo”, ha detto Erbì, chiedendo la costituzione di un tavolo tecnico che pensi a una programmazione complessiva e a lungo termine”.