Imprese, Confartigianato: “Non si trovano 2,2 milioni di lavoratori nel settore green”.
La transizione verde italiana (se mai qualcuno/a ci ha mai creduto) rischia di rallentare per una ragione concreta: mancano lavoratori con competenze adeguate. Nel 2024, infatti, le imprese italiane non sono riuscite a reperire 2.197.620 professionisti green, figure con elevate competenze in efficienza energetica e sostenibilità ambientale.
A lanciare l’allarme è Confartigianato con un lavoro di ricerca calibrato sulla difficoltà di reperimento delle professionalità necessarie alla transizione ecologica.
Quasi la metà dei profili green è introvabile.
Secondo il rapporto, le aziende italiane avevano previsto nel 2024 4.447.370 assunzioni di lavoratori con competenze green, pari all’80,6% del totale delle nuove entrate programmate.
Tuttavia, quasi la metà di questi profili (49,4%), equivalenti a 2,2 milioni di unità, è risultata di difficile reperimento sul mercato del lavoro.
Si va, quindi, verso una transizione verde senza lavoratori green, con un sistema poco inclusivo per i giovani e che non potrà che far perdere punti di competitività al Paese.
Le regioni più in difficoltà.
Le difficoltà di reperimento superano la media nazionale in diverse regioni del Nord e del Centro Italia.
Le percentuali più alte si registrano in Trentino-Alto Adige (58%), Umbria (56,8%), Friuli-Venezia Giulia (56,6%), Valle d’Aosta (56,4%), Abruzzo e Marche (53%), Veneto (52,9%) e Piemonte (52,4%).
Micro e piccole imprese, la carenza è ancora più grave.
Il quadro si aggrava ulteriormente per le micro e piccole imprese (MPI) e per il comparto artigiano.
Nel 2024, le MPI avevano previsto 1.616.460 assunzioni di lavoratori con competenze green, ma oltre la metà – 55,6%, pari a 899.040 unità – sono risultate difficili da reperire.
Nelle imprese artigiane, su 235.420 lavoratori green da assumere, 148.030 (62,9%) sono stati introvabili.
Le aree più colpite sono Friuli-Venezia Giulia (65,4%), Trentino-Alto Adige (64,1%), Umbria (63,2%), Piemonte-Valle d’Aosta (60,7%), Veneto (60,1%) e Abruzzo (59,3%).
Più politiche attive e incentivi per i giovani.
L’associazione rinnova inoltre l’appello a potenziare le politiche attive per il lavoro, con incentivi mirati all’assunzione di giovani formati in ambiti come l’efficienza energetica, le energie rinnovabili, l’edilizia sostenibile, la gestione dei rifiuti e la digitalizzazione produttiva. Ma, l’impressione che il treno sia già passato, è sempre più una certezza.
foto Greenpeace
