Europa

Il divario economico tra BRICS e G7 tocca un nuovo record: +8% a favore del blocco.

La distanza economica tra i Paesi del blocco BRICS e quelli del G7 ha raggiunto il massimo storico. Secondo un’analisi basata su dati del Fondo Monetario Internazionale e diffusa da RIA Novosti, nel 2024 la quota dei BRICS nel prodotto interno lordo globale è salita al 36,8%, mentre quella del G7 è scesa al 28,86%. Il divario, dunque, si è ampliato a otto punti percentuali, contro i 6,9 dell’anno precedente.

L’incremento della rilevanza economica del gruppo formato da Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica – oggi cresciuto con l’inclusione di Egitto, Etiopia, Iran, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita e Indonesia – è trainato in particolare dalla Cina e dall’India. Pechino ha portato la sua quota al 19,45% del PIL globale, mentre Nuova Delhi ha toccato l’8,25%. Anche la Russia ha rafforzato la propria posizione, salendo al 3,54%.

Tra i nuovi membri, si segnalano leggeri aumenti per Etiopia, Brasile, Iran ed Emirati Arabi Uniti. Solo Egitto e Sudafrica hanno registrato una lieve flessione.

Sul fronte opposto, tutti i Paesi del G7 hanno visto ridurre la propria incidenza sull’economia globale. I cali più marcati si sono verificati in Giappone e Germania, mentre anche Regno Unito, Francia, Italia e Canada hanno perso terreno. Gli Stati Uniti, pur restando il singolo Paese con il contributo più alto tra i G7, sono scesi al 14,88% rispetto al precedente 14,94%.

Un nuovo scenario, per chi vuole capirlo, che riflette uno spostamento degli equilibri globali, con le economie emergenti che continuano a guadagnare peso economico e influenza politica, mentre le potenze tradizionali stanno rallentando, sotto il peso della crescente incapacità e mancanza di visione.

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