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Il crescente isolamento dei Parlamenti nazionali nel processo decisionale dell’UE.

I Parlamenti nazionali, da sempre considerati i principali rappresentanti della sovranità popolare nei singoli Stati membri, stanno vedendo il proprio ruolo sempre più ridimensionato nel funzionamento dell’Unione Europea. È quanto denuncia l’eurodeputato Jean-Paul Garraud (PfE) in una interrogazione scritta alla Commissione europea, lamentando una “marginalizzazione crescente” delle assemblee legislative nazionali.

Le critiche: strumenti inefficaci e centralizzazione del potere.

Secondo Garraud, i meccanismi di controllo previsti dai Trattati – come la procedura di allerta precoce e il principio di sussidiarietà – si sono rivelati inefficaci o addirittura ignorati dalle istituzioni comunitarie.
“Le istituzioni europee, in particolare la Commissione, continuano a centralizzare competenze a scapito della sovranità nazionale”, ha scritto l’eurodeputato, avvertendo che questa deriva tecnocratica “allontana ulteriormente i cittadini dalle decisioni prese a Bruxelles” e alimenta la sfiducia verso l’UE.

Le domande alla Commissione.

Nel suo intervento, Garraud ha chiesto alla Commissione di riferire sul ruolo dei Parlamenti nazionali all’interno della governance europea, se saranno riformati i meccanismi di controllo democratico per restituire ai Parlamenti nazionali un potere effettivo e come si sta garantendo il rispetto del principio di sussidiarietà.

La risposta della Commissione: “Il principio di sussidiarietà è garantito”.

A nome della Commissione, il vicepresidente Maroš Šefčovič ha risposto ricordando che l’articolo 12 del Trattato sull’Unione Europea e i Protocolli n. 1 e n. 2 definiscono chiaramente le competenze dei Parlamenti nazionali.

Secondo Bruxelles, i controlli di sussidiarietà condotti dai Parlamenti nazionali “sono cruciali per il processo decisionale dell’UE”, ma la loro efficacia “non si misura soltanto attraverso il numero di pareri motivati o di ‘cartellini gialli e arancioni’”.

Šefčovič ha sottolineato come molti Parlamenti si stiano impegnando “in modo più precoce e strategico” nella fase di elaborazione delle politiche europee, partecipando al dialogo politico con la Commissione e fornendo feedback sui programmi di lavoro e sui principali documenti strategici.

L’impegno per una governance più trasparente.

La Commissione, ha aggiunto Šefčovič, resta “pienamente impegnata” nell’applicazione del principio di sussidiarietà, integrandolo nell’agenda del Better Regulation. Ogni proposta legislativa viene ora accompagnata da una griglia di valutazione della sussidiarietà e da un’analisi d’impatto.

Inoltre, Bruxelles ha intensificato le consultazioni pubbliche e migliorato il dialogo politico con i Parlamenti nazionali, consentendo un allineamento più efficace con le priorità dei singoli Stati membri.

Il portale che raccoglie i pareri dei Parlamenti e le risposte della Commissione è stato potenziato con nuove funzioni di ricerca, un passo riconosciuto anche dal Parlamento europeo.

Verso un maggiore coinvolgimento dei Parlamenti nazionali.

In conclusione, la Commissione ha ribadito la volontà di “continuare a coinvolgere i Parlamenti nazionali” nella definizione delle politiche dell’Unione, promuovendo una governance europea più partecipata e trasparente.