Europa

Il cambiamento demografico in Europa e il ruolo del Fondo Sociale Europeo Plus.

Il cambiamento demografico in Europa, nonostante gli effetti sulla tenuta della coesione sociale e le ripercussioni economiche e la competitività globale dell’Unione Europea, non sembra affascinare le istituzioni Ue e dei vari Stati membri, continuamente non pervenute, per esempio, in materia di inclusione sociale dei giovani e sostanziale supporto alle giovani coppie.

La stessa comunicazione adottata dalla Commissione europea nel 2023, intitolata “Il cambiamento demografico in Europa: una cassetta degli attrezzi per l’azione”, con l’obiettivo di mettere a disposizione degli Stati membri strumenti politici per gestire questa trasformazione, non sembra, a distanza di due anni, ottenere il minimo risultato.

Nel quadro di questa strategia, secondo la narrazione di “Ursula e soci”, il Fondo Sociale Europeo Plus (ESF+) ha risposto alle necessità derivanti dall’invecchiamento della popolazione europea: “I fondi – si legge nell’intervento della Commissione europea – sono stati utilizzati da 22 Stati membri per sostenere i settori della salute e dell’assistenza a lungo termine (LTC), destinando complessivamente 6,7 miliardi di euro per il periodo di programmazione 2021-2027. Gli investimenti hanno incluso attività per promuovere un invecchiamento attivo e sano, migliorare i servizi di assistenza familiare e comunitaria, nonché accrescere l’accessibilità, l’efficacia e la resilienza dei sistemi sanitari. Inoltre, l’ESF+ ha contribuito a formare e riqualificare i lavoratori nel settore delle cure, finanziando misure per migliorare le loro condizioni di lavoro”.

Insomma, tutto risolto. Tutto perfetto. Ma bisognerà aspettare – anche se l’azione dell’Ue è abbastanza evidente nella vita di tutti i giorni – il 2027, anno di pubblicazione dei dati di monitoraggio, per togliersi ogni dubbio.