HIV in Italia, ancora troppi ostacoli: oltre 2.300 nuove diagnosi nel 2023.
In Italia vivono circa 140mila persone con HIV e, nonostante i progressi terapeutici, il numero delle nuove infezioni continua a crescere. Solo nel 2023 sono state registrate oltre 2.300 nuove diagnosi, in oltre la metà dei casi con un sistema immunitario già compromesso. A rilanciare l’allarme è stato l’HIV Summit – Ending the HIV Epidemic in Italy, che si è tenuto oggi a Roma, riunendo esperti, rappresentanti istituzionali, attivisti e politici con l’obiettivo di tracciare una nuova strategia per fermare l’epidemia entro il 2030, in linea con gli obiettivi ONU.
“La risposta attuale non basta – hanno ribadito gli esperti – servono più informazione, meno stigma, e un accesso reale e diffuso agli strumenti di prevenzione, in primis la PrEP (profilassi pre-esposizione), ancora poco utilizzata nel nostro Paese”. Fondamentale, secondo i partecipanti, rimettere la prevenzione al centro delle politiche sanitarie, sfruttando anche il principio U=U (Undetectable = Untransmittable), che dimostra come chi segue correttamente la terapia antiretrovirale e mantiene la carica virale non rilevabile, non trasmetta il virus.
Tra i principali nodi ancora da sciogliere, la disparità di accesso ai test e alle cure, la carenza di servizi territoriali adeguati e un’informazione che fatica a raggiungere le fasce più vulnerabili della popolazione. “La storia dell’HIV ci insegna che i traguardi si raggiungono con l’unione tra scienza, attivismo e volontà politica – ha dichiarato il professor Stefano Vella, infettivologo e docente di salute globale – oggi dobbiamo rilanciare questo modello per abbattere le disuguaglianze e porre fine all’epidemia”.
Un obiettivo condiviso anche dal direttore del Dipartimento Clinico dell’Istituto Spallanzani, Andrea Antinori, che ha sottolineato come “sia necessario rendere disponibili e accessibili strumenti fondamentali come il test, il profilattico e soprattutto la PrEP”. Antinori ha inoltre ribadito la necessità di investire in informazione e servizi territoriali come i checkpoint, da rafforzare con risorse pubbliche.