Gravi cerebrolesioni acquisite, l’opposizione in Consiglio: “Sostegno ai pazienti e alle famiglie”.

Trattamenti rianimatori o neurochirurgici nella fase acuta, durante i primi giorni o le prime settimane, in regime ospedaliero e poi alcune settimane, quando non mesi, per gli interventi medico-riabilitativi di tipo intensivo, sempre da ricoverati. Nella maggior parte dei casi, che sono purtroppo la maggioranza, la riabilitazione deve proseguire poi con interventi di carattere sanitario e sociale a lungo termine, indispensabili per il ritorno a una vita il più possibile normale dei pazienti: “La risposta agli esiti disabilitanti delle cerebrolesioni gravi – per Gianfranco Satta dei Progressisti – soprattutto di quelle classificate come severe o molto severe, deve essere coordinata e continuata nel tempo, e in questo quadro assume un ruolo fondamentale il sistema che si muove intorno al paziente, fondato sulla sinergia tra professionisti sanitari e familiari. Un percorso che è ancora disseminato di ostacoli che rendono davvero complesso il ritorno a una vita autonoma delle persone”.

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Da questa consapevolezza nasce la mozione depositata in Consiglio regionale da tutto il centrosinistra per portare all’attenzione del presidente della Giunta e dell’assessore alla sanità le gravi problematiche che riguardano i pazienti interessati da gravi cerebrolesioni acquisite (GCA) e le loro famiglie.

“La Regione Sardegna ha recepito nel 2012 con delibera le ‘Linee di indirizzo per l’assistenza delle persone in stato vegetativo e stato di minima conoscenza”, eppure, nonostante si stabilisse che ‘esse sono vincolanti per tutte le aziende del sistema sanitario regionale e costituiscono il fondamentale riferimento dei relativi percorsi assistenziali’, ad oggi poco è stato fatto. In particolare – prosegue Satta – si segnala il mancato coinvolgimento delle associazioni dei familiari nelle politiche a supporto dei pazienti e delle famiglie, che costituisce un cardine per l’attivazione dei percorsi di riabilitazione. Riteniamo sia fondamentale che nella prossima programmazione la Giunta presti la dovuta attenzione a pazienti e famiglie che non possono e non devono sentirsi abbandonati a se stessi”.

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Resta sempre aperto, per l’opposizione, il problema della carenza dei posti letto nelle strutture ospedaliere: “Da qualche anno è stato aperto un nuovo reparto di neuro-riabilitazione presso il San Martino di Oristano, ma ormai da mesi risulta chiuso l’unico altro reparto presente in Sardegna, al Brotzu di Cagliari. Non parliamo poi dell’assistenza territoriale e domiciliare che è totalmente assente: non esistono centri diurni dove poter svolgere attività di riabilitazione e socializzazione per i pazienti, ma che potrebbero essere un punto di riferimento fondamentale anche per le famiglie. Invece chi, a esempio dal nord Sardegna, necessita di servizi che possono essere svolti solo nelle strutture ospedaliere, come l’applicazione delle sonde per l’alimentazione nei pazienti più gravi,  è costretto a percorrere chilometri e chilometri per raggiungere Oristano poiché tutto l’area è di fatto sprovvista di reparti specializzati per la cura e l’assistenza”.

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