Europa

Google e il blocco dei contenuti giornalistici: quale impatto sull’informazione?

Il 12 dicembre 2024, le eurodeputate Christel Schaldemose (S&D) e Stine Bosse (Renew) hanno presentato un’interrogazione scritta alla Commissione Europea in merito alla decisione di Google di limitare l’accesso dei cittadini danesi alle notizie locali. Una scelta che solleva forti preoccupazioni, soprattutto in un periodo segnato dalla diffusione di disinformazione e fake news.

“Google – spiegano le due eurodeputate – ha dichiarato che alcuni cittadini danesi vedranno bloccato l’accesso ai contenuti giornalistici del proprio Paese. Questa mossa, da parte di un attore dominante nel mercato dei motori di ricerca (con una quota tra il 92% e il 97% in Danimarca), evidenzia il potere che le grandi piattaforme tecnologiche esercitano sul flusso di informazioni”.

Blocco dei contenuti, dunque, che potrebbe alterare il panorama dell’informazione, con implicazioni sulla trasparenza e sul pluralismo mediatico.

In risposta all’interrogazione parlamentare, la Vicepresidente della Commissione Henna Virkkunen ha risposto confermando di essere a conoscenza del test condotto da Google, che ha temporaneamente rimosso i contenuti editoriali dell’UE dai suoi servizi per l’1% degli utenti in otto Stati membri, tra cui la Danimarca. Il test, secondo la Commissione, è terminato il 4 febbraio 2025 e Google, in quanto azienda privata, ha il diritto di effettuare test limitati nel tempo, purché nel rispetto delle normative europee.

La Commissione ha inoltre ricordato che esiste un quadro giuridico solido per garantire la libera circolazione delle informazioni all’interno del mercato unico. In particolare, il Digital Services Act (DSA) introduce un sistema di mitigazione dei rischi che copre anche le minacce all’integrità elettorale e al dibattito pubblico.

“Nel febbraio 2025 – chiosa la Virkkunen – la Commissione e il Consiglio europeo per i servizi digitali hanno approvato l’integrazione del Codice di buone pratiche sulla disinformazione nel quadro normativo del DSA. Il Codice è stato progettato per contrastare la disinformazione, proteggendo al contempo la libertà di espressione e garantendo maggiore trasparenza. Google è firmatario di alcune disposizioni del Codice e, in quanto piattaforma di grandi dimensioni (VLOP) e motore di ricerca (VLOSE), è soggetto alle nuove regole europee”.

Foto di Simon Steinberger da Pixabay