Europa

Gli americani sostengono i dazi del Presidente Trump.

Il presidente Donald J. Trump, secondo un recente sondaggio, sta rispondendo alla guerra economica unilaterale condotta contro i lavoratori americani. Seppur con un piano audace, che sta portando nervosismo in Ue – per usare un eufemismo – Trump sta provando a dare un bel calcio nel deretano a decenni di globalizzazione che hanno minato il tessuto industriale internazionale, e messo al secondo posto gli uomini e le donne di questo pianeta.

Un sostegno ai nuovi dazi di Trump che arriva da tutta la nazione e da settori produttivi strategici. Organizzazioni come il sindacato United Auto Workers, l’associazione dei produttori d’acciaio, la National Cattlemen’s Beef Association, la Southern Shrimp Alliance e il Consiglio nazionale delle organizzazioni tessili hanno espresso apprezzamento per le politiche commerciali di Trump.

Ma non sono solo le grandi sigle a farsi sentire: agricoltori, imprenditori e lavoratori di ogni parte degli Stati Uniti stanno esprimendo il loro appoggio, come nel caso dei cosiddetti “uomini della strada”, a partire da Alan Adams, allevatore dell’Illinois: “Abbiamo sempre dovuto fare i conti con i dazi, per tutta la mia vita professionale nel settore bovino. Finalmente il presidente ha detto chiaramente che vuole abbassare le tariffe sulle esportazioni di carne. Paesi come l’Australia e alcune nazioni europee ci rendono difficile vendere la nostra carne, mentre loro esportano liberamente da noi. Noi siamo pronti a competere, ma vogliamo avere le stesse opportunità per far conoscere al mondo il sapore unico della carne americana”.

Parere condiviso da Acy Cooper, produttore di gamberi in Louisiana da quattro generazioni: “Soffriamo da oltre 20 anni… Questo Paese non è più in grado di nutrire sé stesso, non riesce più a sostenere il proprio stile di vita. Se dovessimo entrare in guerra commerciale con la Cina, uno dei nostri principali fornitori, come sfameremo il nostro popolo? Dobbiamo ripartire dalla produzione interna”.

Stesso discorso per Brian Pannebecker, operaio dell’industria automobilistica in pensione: “Vedere chiudere uno stabilimento dopo l’altro, diventare edifici abbandonati… È stato devastante. Ora sono felice di vedere Trump prendere finalmente una posizione, dimostrando che vuole cambiare le cose”.

Commento dello stesso segno anche per i manager americani, come Brian Riley, CEO di Guardian Bikes: “La strategia commerciale di Trump rappresenta una rottura positiva con decenni di politiche economiche che hanno favorito la delocalizzazione e il consumismo a basso costo”.

Insomma, una nuova stagione economica potrebbe aprirsi per gli Stati Uniti, e molti americani sembrano pronti a sostenerla. L’Ue può solo lamentarsi non avendo negli ultimi lustri mosso un dito a sostegno della competitività europea, optando invece per politiche paracule e di scarso impatto economico e industriale. Una realtà difficile da leggere nelle pagine della foraggiata stampa mainstream europea. Chissà perchè

foto press.donaldjtrump.com