Giunta Solinas: approvata la programmazione triennale per il contrasto alla povertà nell’Isola.

La Giunta Solinas ha approvato la programmazione triennale degli interventi e dei servizi per il contrasto alla povertà in Sardegna. Un pacchetto di circa 61 milioni di euro per il finanziamento degli interventi previsti dal Piano per la lotta alla povertà: 49,8 milioni di euro a favore del Reddito di inclusione sociale (Reis), a cui si aggiungono ulteriori 1,5 milioni per ulteriori misure di integrazione; 3 milioni destinati alle misure antiusura, a sostegno del credito alle famiglie indigenti; 1,3 milioni di euro per il “Reddito di libertà”, a favore delle donne vittime di violenza; 4 milioni a favore delle attività della Caritas sul territorio e, infine, 1,2 milioni a favore del Banco alimentare.

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“Abbiamo ribadito il nostro impegno nei confronti delle fasce più deboli della popolazione, a rischio di esclusione sociale – ha dichiarato il Presidente della Regione, Christian Solinas -. I temi del contrasto al disagio e del sostegno alle famiglie restano prioritari, come testimonia anche la piena attuazione dell’Osservatorio delle povertà, che la Sardegna attendeva da diciassette anni”.

“Il Piano – ha aggiunto l’assessore regionale Mario Nieddu – ha l’obiettivo di combattere la povertà attraverso il potenziamento degli interventi e dei servizi sociali sul territorio, proponendo un modello di welfare che non sia semplice assistenzialismo, ma che abbia alla base progetti mirati all’integrazione a tutto tondo”.

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Il Piano, inoltre, include gli interventi ancora in corso a valere sulle risorse comunitarie già precedentemente programmate del Pon (Programma operativo nazionale) cofinanziato dal Fondo sociale europeo, che ha fornito all’Isola una dotazione finanziaria di 26,1 milioni di euro, e del Pnrr, missione 5 “Inclusione e Coesione”, con 4,2 milioni di euro per il finanziamento di interventi per la realizzazione di strutture d’accoglienza per le persone e i nuclei familiari in condizioni di elevata fragilità (“Housing first”) e di presidi sociali e sanitari aperti alla cittadinanza (“Stazioni di posta”).

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