Politica

Gioventù. Le politiche copia-incolla del Governo Meloni. Altri 50 milioni “buttati” per gli oratori.

Il ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi ha annunciato l’arrivo di un nuovo bando da 50 milioni di euro destinato agli oratori. L’iniziativa, realizzata in collaborazione con il presidente della CEI Matteo Zuppi e con tutte le diocesi italiane, punta – ma solo per la narrazione dell’Esecutivo – “a sostenere la rete degli spazi parrocchiali, definiti dal ministro luoghi fondamentali per lo sport e la socialità giovanile”.

L’ennesimo ritorno al passato.

Ancora una volta, però, il governo italiano sceglie di ripercorrere strade già battute, insistendo sul finanziamento degli oratori, una formula che da decenni mostra limiti evidenti. In un Paese che continua a soffrire la mancanza di politiche giovanili laiche e innovative, si preferisce foraggiare strutture religiose piuttosto che sperimentare progetti di nuova generazione capaci di intercettare davvero i bisogni delle nuove generazioni. D’altronde i dati sul disagio giovanile non sono presi troppo in considerazione da Palazzo Chigi e dintorni…

Opportunità mancate.

Il paradosso è evidente: mentre si investono milioni in spazi legati al mondo cattolico, restano scoperti i campi decisivi per lo sviluppo delle competenze trasversali e sociali dei giovani italiani. Dalle start-up culturali alle reti civiche, dai laboratori di cittadinanza attiva ai progetti digitali inclusivi, il sostegno statale rimane scarso o addirittura assente.

Un carrozzone che si autoalimenta.

Il rischio è quello di perpetuare un carrozzone assistito e non competitivo, che porta benefici limitati rispetto alle potenzialità delle energie giovanili se opportunamente valorizzate. Politiche innovative e “disruptive” — capaci di sperimentare nuovi modelli educativi, imprenditoriali e sociali — continuano a rimanere escluse dalla lista delle priorità.

L’illusione del consenso facile.

Per il governo Meloni, il consenso immediato sembra contare più della prospettiva di lungo periodo. Meglio non rischiare, meglio replicare formule già note, anche se fallimentari, piuttosto che aprire strade nuove. Il risultato: giovani lasciati indietro, politiche miopi e un futuro che si costruisce più sugli slogan che sulle visioni.

foto Governo.it