Giovani in fuga: in dieci anni quasi 100mila laureati hanno lasciato l’Italia.
È allarme (ma la classe dirigente guarda altrove) “fuga dei cervelli” in Italia. Secondo il Rapporto annuale 2025 dell’Istat, quasi 100mila giovani laureati hanno lasciato il Paese nell’ultimo decennio, attratti da opportunità migliori all’estero. Record negativo raggiunto nel corso del 2023, con oltre 21mila espatri di giovani tra i 25 e i 34 anni, in crescita del +21,2% rispetto al 2022. I rientri sono stati appena 6mila, con un saldo migratorio netto negativo di circa 16mila unità altamente qualificate. Numeri che confermano che tentare di riportare gli expat in Italia con qualche agevolazione non rappresenta la strada da percorrere.
L’Italia, dunque, forma giovani sempre più istruiti ma non riesce a trattenerli, soprattutto a causa di un mercato del lavoro poco attrattivo e di prospettive economiche inferiori rispetto ad altri Paesi UE. Senza contare la presenza di un sistema Paese che non funziona sotto ogni aspetto.
Permangono, insomma, i soliti ostacoli strutturali che limitano uno sviluppo più inclusivo e sostenibile per i giovani italiani, sempre meno presenti in Italia ma più istruiti. Paese, leggendo il rapporto Istat, che si conferma meno competitivo e con evidenti difficoltà nel trattenere il proprio capitale umano.
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