Sardegna

Giornata Mondiale della Salute 2025: una riflessione globale su maternità, infanzia e diritti negati.

In occasione della Giornata Mondiale della Salute, le associazioni AMSI, UMEM, Co-mai e il Movimento internazionale Uniti per Unire accendono i riflettori su una delle emergenze più drammatiche e persistenti a livello globale: la salute materno-infantile. Con il supporto dell’AISC, l’Agenzia Mondiale Britannica Informazione Senza Confini, le organizzazioni si fanno portavoce di un messaggio forte e chiaro: la salute non conosce confini e richiede un’azione collettiva e determinata, libera da vincoli politici e interessi di parte.

A intervenire con un appello accorato è Foad Aodi, esperto di salute globale e presidente delle realtà associative promotrici dell’iniziativa. Aodi denuncia senza mezzi termini la gravità di una crisi spesso trascurata, citando numeri che non lasciano spazio all’indifferenza: oltre 45 milioni di aborti non sicuri ogni anno, con un tributo di oltre 900.000 donne decedute solo nel 2024 per complicazioni legate alla gravidanza e al parto, e 5 milioni di bambini morti prima dei cinque anni, vittime di malnutrizione, infezioni evitabili e mancanza di cure essenziali.

Secondo Aodi, la salute materno-infantile continua a essere un termometro spietato delle disuguaglianze globali. Nelle regioni più vulnerabili, come l’Africa subsahariana, il Medio Oriente e lo Yemen, le donne incinte e i neonati affrontano rischi enormi a causa di servizi sanitari carenti, guerre, fame, e traumi psicologici. La situazione a Gaza è descritta come drammatica: “Qui si registra il numero più alto al mondo di bambini amputati e orfani, mentre oltre 52.000 donne in gravidanza vivono sotto costante minaccia”, afferma Aodi.

Il professore sottolinea la necessità di un’Organizzazione Mondiale della Sanità indipendente, trasparente, lontana dalle pressioni politiche e commerciali, capace di agire con fermezza a sostegno dei paesi più fragili. È essenziale – aggiunge – che le potenze economiche del pianeta investano nella cooperazione sanitaria, promuovendo l’equità vaccinale, la prevenzione delle malattie e l’educazione alimentare, elementi chiave per interrompere il circolo vizioso di povertà e malattia.

I dati raccolti nel corso del 2024 fotografano una situazione in continua emergenza. Un bambino su dieci nasce prematuro, spesso a causa di malattie trasmesse dalla madre, malnutrizione o inquinamento atmosferico. Circa 2 milioni di neonati non sopravvivono oltre il primo mese di vita, mentre il 65% delle morti infantili si concentra nei paesi africani, asiatici e mediorientali. Nei paesi in conflitto, più di 473 milioni di bambini vivono sotto la costante minaccia di violenze, mutilazioni e traumi permanenti.

La Giornata Mondiale della Salute diventa quindi un’occasione per rilanciare una serie di proposte concrete: accesso universale alle cure, sostegno alimentare e sanitario alle donne in gravidanza, campagne contro l’aborto non sicuro, e difesa del diritto alla salute come bene comune. Aodi sottolinea anche l’importanza di rafforzare la rete ospedaliera nei paesi a basso reddito, di fornire strumenti per la diagnosi precoce in gravidanza e di istituire centri di rianimazione neonatale nei territori più colpiti.

Nel suo intervento, Aodi richiama l’attenzione anche sul fenomeno della resistenza antibiotica e sulla carenza di farmaci pediatrici, due elementi che aggravano l’emergenza nei paesi poveri. Durante la pandemia, molti bambini non hanno ricevuto i vaccini di routine, facilitando il ritorno di patologie come morbillo, poliomielite e scabbia.

“La salute è un diritto umano universale”, ribadisce Aodi. “Non possiamo più permetterci di ignorare la sofferenza di milioni di donne e bambini nel mondo. Le sfide sono globali e vanno affrontate con responsabilità, competenza e umanità. Lavoriamo insieme, senza divisioni politiche, per garantire che ogni madre e ogni bambino abbiano la possibilità di vivere una vita sana e dignitosa”.