Giornata mondiale della libertà di stampa: l’UE celebra la stampa libera, ma poi finanzia solo i grandi gruppi.
In occasione della Giornata mondiale della libertà di stampa, l’Unione Europea ribadisce il suo “impegno incrollabile” a difesa del giornalismo libero e indipendente. Tuttavia, alle parole solenni seguono – troppo spesso – azioni che vanno in direzione opposta. Mentre si moltiplicano gli appelli a sostenere i media indipendenti contro la repressione politica, disinformazione e crisi economica, sul piano pratico l’accesso ai finanziamenti europei resta un miraggio per le piccole testate e i giornalisti freelance, tagliati fuori da bandi calibrati, con molta probabilità, per i grandi gruppi editoriali e i media mainstream.
Nelle dichiarazioni ufficiali, Bruxelles denuncia i “tagli massicci ai finanziamenti”, le “pressioni politiche” e le “violenze crescenti” nei confronti dei giornalisti. Si esprime, ancora, preoccupazione per la sorveglianza digitale e le persecuzioni transnazionali. Si plaude, altresì, agli sforzi di UNESCO e OECD per proteggere l’informazione come bene pubblico. Ma nella realtà concreta, molte delle call europee per il sostegno al settore risultano inaccessibili per le realtà più vulnerabili – proprio quelle che le istituzioni affermano di voler tutelare.
I meccanismi di finanziamento, spesso complessi e onerosi da affrontare, premiano strutture editoriali già consolidate, in grado di gestire l’apparato burocratico richiesto. Il risultato è un sistema che, pur parlando di pluralismo, continua ad alimentare la concentrazione dell’informazione nelle mani di pochi operatori dominanti. Se questa e la democrazia e il pluralismo che si vuole difendere in Ue…
La contraddizione è evidente: mentre si pontifica sulla centralità della stampa libera per la salute della democrazia, si dimentica di sostenere chi, con risorse limitate, combatte ogni giorno per informare in modo indipendente. La retorica dell’“azione urgente per il giornalismo” rischia così di svuotarsi di significato, se non si traduce in politiche inclusive e realmente accessibili.
In questa giornata simbolica, il messaggio lanciato dall’Unione Europea suona nobile. Ma perché sia credibile, deve accompagnarsi a una revisione profonda delle modalità di supporto al settore: meno palcoscenico, più sostanza. Più spazio ai media liberi, non solo nei discorsi ufficiali, ma nei bilanci, nei bandi e nelle scelte politiche quotidiane.
foto di memyselfaneye da Pixabay.com