Gaza. I leader di Egitto, Qatar, Stati Uniti e Turchia firmano l’intesa a Sharm El-Sheikh.
Al termine di un vertice definito “storico”, i leader di Egitto, Qatar, Stati Uniti e Turchia hanno firmato un accordo definitivo di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, ponendo fine a uno dei conflitti più lunghi e complessi della storia moderna.
Il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, l’emiro del Qatar Tamim bin Hamad Al Thani, il presidente statunitense Donald Trump e il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan hanno apposto le loro firme sul documento durante il Vertice della Pace di Sharm El-Sheikh, trasmesso in diretta dalla presidenza egiziana. “Finalmente, il conflitto è finito… dopo, dicono, 3.000 anni — che siano 3.000 o 500, è comunque tanto,” ha commentato Trump con tono ironico dopo la firma.
Incontro Bilaterale tra al-Sisi e Trump.
Poche ore prima della cerimonia ufficiale, il presidente al-Sisi ha incontrato Trump per un colloquio bilaterale. Secondo il portavoce presidenziale egiziano Mohamed El-Shennawy, il leader egiziano ha accolto con favore la visita del presidente statunitense, elogiando la sua “visione di pace globale” e il ruolo svolto nel porre fine alla guerra a Gaza.
Durante il vertice, i due leader hanno discusso delle relazioni storiche e della cooperazione strategica tra i due Paesi, sottolineando l’importanza del ruolo americano come garante essenziale della stabilità regionale.
Al-Sisi ha ribadito l’impegno dell’Egitto nel sostenere e attuare il piano di pace promosso da Trump, con l’obiettivo di consolidare una pace duratura e rimuovere ogni ostacolo che possa minarne l’attuazione.
“Egitto motore del processo di pace”.
Il presidente egiziano ha descritto la Sharm El-Sheikh Peace Summit come un “punto di svolta” e l’inizio di una nuova fase di pace “reale, globale e giusta” per il Medio Oriente.
Ha inoltre sollecitato il sostegno statunitense alla Conferenza per la Ricostruzione di Gaza, riconoscendo il valore del contributo personale di Trump alla fine del conflitto.
Da parte sua, Trump ha ringraziato l’Egitto per la leadership “saggia e decisiva” di al-Sisi, sottolineando la volontà di Washington di intensificare le relazioni economiche e incoraggiare gli investimenti americani nel Paese.
I Punti Chiave dell’Accordo.
I leader partecipanti hanno convenuto sull’importanza di garantire la piena applicazione dell’accordo con la previsione di una cessazione completa delle ostilità nella Striscia di Gaza, lo scambio di ostaggi e prigionieri, il ritiro delle forze israeliane e l’ingresso senza ostacoli di aiuti umanitari e materiali per la ricostruzione.
Durante il summit, i leader mediatori hanno firmato un documento congiunto a sostegno dell’intesa, avviando la seconda fase del “Piano Trump” che prevede la ricostruzione di Gaza, la definizione di nuovi meccanismi di governance e l’apertura di un percorso politico stabile.
Un nuovo capitolo di pace.
La presidenza egiziana ha definito il vertice “un chiaro segnale del consenso internazionale a chiudere un capitolo doloroso della storia del Medio Oriente”.
“L’Egitto — si legge nella dichiarazione — continuerà a lavorare con i suoi partner regionali e internazionali per garantire che la pace, nata nella città della pace, Sharm El-Sheikh, si mantenga viva”.
Focus sulla Questione Palestinese.
Il comunicato finale ha ribadito che la pace duratura passa attraverso una soluzione giusta della questione palestinese.
Il governo egiziano ha riaffermato il proprio sostegno ai diritti inalienabili del popolo palestinese, incluso il diritto all’autodeterminazione e alla creazione di uno Stato indipendente nei territori di Gaza e Cisgiordania, con capitale Gerusalemme Est, in conformità con il diritto internazionale e le risoluzioni ONU.
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