Gaza, 16 morti sotto le bombe israeliane: la tregua voluta da Trump non ferma il massacro israeliano.
Almeno 16 persone sono state uccise nelle ultime 24 ore nei nuovi raid israeliani sulla Striscia di Gaza, nonostante l’annuncio di una tregua di 60 giorni promosso dal presidente statunitense Donald Trump. A riportarlo è l’emittente qatariota Al Jazeera, secondo cui tra le vittime figurano civili, compresi sfollati, colpiti mentre si trovavano in aree considerate umanitarie.
Secondo quanto riferito, dieci palestinesi sono morti e più di dieci sono rimasti feriti nel bombardamento di tende di rifugiati nella zona umanitaria di Al-Mawasi, nei pressi di Khan Yunis, nel sud della Striscia. Altri sei civili sono stati uccisi e 15 feriti nel quartiere residenziale di Nuseirat, al centro dell’enclave, mentre un attacco condotto da droni su Deir al-Balah ha causato almeno dieci feriti.
Questi nuovi attacchi si aggiungono a una lunga scia di sangue che, nonostante le dichiarazioni distensive da parte americana, non accenna a fermarsi. La cosiddetta “tregua Trump”, annunciata ieri dallo stesso leader repubblicano come un’intesa tra Washington e Tel Aviv per un cessate il fuoco di due mesi, appare già svuotata di significato sul terreno.
La realtà dei fatti, però, racconta un’altra storia: Israele continua la sua campagna militare su Gaza, colpendo anche obiettivi civili. Il governo di Benjamin Netanyahu giustifica l’escalation come una risposta al rifiuto da parte di Hamas delle proposte americane presentate tramite il mediatore Steve Witkoff. Una spiegazione che, però, non placa le critiche crescenti.
Hamas, dal canto suo, ha accusato direttamente gli Stati Uniti di essere complici della ripresa delle ostilità, sottolineando come la copertura politica e militare fornita da Washington abbia di fatto autorizzato la prosecuzione delle operazioni israeliane.
foto hosny salah da Pixabay.com