G7: “No all’Iran nucleare, sostegno al cessate il fuoco e alla sicurezza di Israele”.
I ministri degli Esteri del G7 – Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti – insieme all’Alto rappresentante dell’Unione europea, si sono riuniti lo scorso 25 giugno all’Aia per affrontare le tensioni in corso in Medio Oriente, con particolare attenzione al confronto tra Iran e Israele.
Nel comunicato congiunto diffuso ieri, i capi delle diplomazie occidentali hanno rinnovato il loro sostegno al cessate il fuoco tra Israele e Iran, annunciato dal presidente statunitense Donald Trump, esortando tutte le parti coinvolte a evitare ulteriori azioni che possano compromettere la stabilità regionale.
Il G7 ha ringraziato il Qatar per il ruolo di mediazione svolto nell’accordo di cessate il fuoco.
Sul dossier nucleare, la posizione dei Paesi del G7 resta ferma: “L’Iran non deve mai acquisire armi nucleari”. A tal proposito, si chiede a Teheran di interrompere ogni attività di arricchimento ingiustificata e di riprendere urgentemente i negoziati per un nuovo accordo globale, verificabile e duraturo sul suo programma atomico.
Preoccupazione è stata espressa per il deteriorarsi dei rapporti tra l’Iran e l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA). I ministri hanno condannato con forza i recenti appelli in Iran all’arresto e all’esecuzione del direttore dell’AIEA, Rafael Grossi, definendoli “inaccettabili” e contrari allo spirito di cooperazione internazionale.
Il comunicato ribadisce il ruolo centrale del Trattato di Non Proliferazione nucleare (TNP) come pilastro della sicurezza globale e sollecita l’Iran a rispettare pienamente gli obblighi previsti dall’accordo, garantendo l’accesso agli ispettori dell’AIEA e la tracciabilità di tutto il materiale nucleare presente nel Paese.
Infine, i ministri del G7 hanno riaffermato l’impegno comune per la pace e la stabilità in Medio Oriente, sottolineando che Israele ha il diritto di difendersi e garantire la sicurezza dei propri cittadini, in linea con il diritto internazionale.
Nel frattempo, restando nel perimetro dei diritti “e delle azioni giuste”, nessun “Grande” ha però condannato l’unilateralità degli attacchi israeliani. Un “silenzio assordante” divenuto ormai un trend anche dalle parti della cosiddetta Comunità Internazionale.
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