Fondi Erasmus+ nel mirino per frode.
Secondo alcune inchieste giornalistiche, organizzazioni situate in Ue e nei Paesi terzi affiliati al programma avrebbero orchestrato un sistema opaco per ottenere fondi europei in modo fraudolento, sfruttando la creazione fittizia di ONG e gruppi giovanili. L’allarme è stato sollevato da un’interrogazione parlamentare dell’eurodeputata Danuše Nerudová (PPE), che ha chiesto chiarimenti alla Commissione europea su presunti abusi nei finanziamenti Erasmus+.
Al centro dello schema ci sarebbero studenti o giovani cittadini, spesso ignari, utilizzati per costituire associazioni a loro nome, mentre la gestione effettiva – compresa quella finanziaria – resterebbe saldamente nelle mani delle organizzazioni che li reclutano. Le accuse parlano di bilanci gonfiati, spese false, fondi dirottati verso aziende affiliate e progetti mai realizzati. In caso di fallimento, la responsabilità legale ricadrebbe sui giovani intestatari, formalmente rappresentanti legali.
La risposta della Commissione, firmata dalla commissaria Roxana Mînzatu, chiarisce che l’esecutivo europeo ha già in atto diversi strumenti di vigilanza e contrasto agli abusi, previsti dal Regolamento finanziario dell’UE. In presenza di violazioni, la Commissione può intervenire con una serie di sanzioni, dal taglio dei fondi fino alla sospensione o alla revoca delle sovvenzioni, con l’eventuale recupero degli importi erogati.
In caso di sospetto di frode o corruzione, Bruxelles coinvolge immediatamente l’Ufficio europeo antifrode (OLAF) e, se necessario, la Procura europea (EPPO). Inoltre, viene attivato il sistema europeo di Early Detection and Exclusion per segnalare gli enti a rischio.
La Commissione rivendica anche l’efficacia di alcune riforme già attuate negli ultimi anni: l’introduzione di opzioni semplificate di costo ha contribuito a portare il tasso di irregolarità al di sotto del 2% delle somme annualmente gestite. Altri accorgimenti, come la limitazione del numero di progetti presentabili da ogni beneficiario e l’accreditamento obbligatorio per ricevere i fondi, mirano a ridurre il rischio di errori e abusi sistemici.
Sotto la supervisione della Commissione, le Agenzie Nazionali Erasmus+ svolgono attività di monitoraggio continuo e ricevono supporto tecnico per gestire i casi più delicati, anche attraverso visite ispettive e audit mirati. Bruxelles sottolinea che continuerà a rafforzare i meccanismi di controllo e trasparenza, soprattutto per arginare il ruolo di intermediari poco trasparenti che possono compromettere la credibilità dell’intero programma.
Mentre il programma Erasmus+ continua (seppur sia sempre meno accessibile) a rappresentare un pilastro dell’integrazione e della mobilità giovanile in Europa, emergono dunque nuove sfide legate alla protezione dei fondi pubblici e alla tutela dei partecipanti, in particolare dei più giovani, da eventuali strumentalizzazioni.
foto National Erasmus+ Office Israel