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Fondi ai media prima delle elezioni europee 2024: la trasparenza “non va forte” in UE.

Mentre si discute in modo plateale di “interferenze” dei Paesi terzi nelle elezioni nei Paesi Ue, come ha ricordato l’ultima elezione in Romania (culminata con l’esclusione “democratica” del candidato filo russo, Calin Georgescu), poco o nulla si sà, invece, sulla distribuzione dei fondi ai media europei prima delle elezioni europee dello scorso giugno 2024.

Una mancanza di trasparenza, basterebbe guardare le modalità di pubblicazione delle call (a partire dai requisiti poco accessibili) e dei risultati per farsi una idea sul crescente problema di ordine democratico per nulla contrastato all’interno delle istituzioni europee. A sollevare tali interrogativi, ricordandoci per ampi versi l’inconsistenza delle azioni Ue contro la “disinformazione”, sono stati gli/le eurodeputati/e Kateřina Konečná, Danilo Della Valle e Gaetano Pedullà, critici verso il processo di assegnazione e sull’opacità delle informazioni relative ai destinatari e agli obiettivi del finanziamento.

Secondo le ultime stime (per lo meno quelle reperibili), la Commissione, con il supporto della presidente del Parlamento Europeo, avrebbe allocato 132,82 milioni di euro a diversi organi di informazione senza rendere pubblici i criteri di assegnazione né i nomi dei beneficiari. A destare ulteriore preoccupazione sarebbe il ruolo di Havas NV, società incaricata di distribuire i fondi e controllata da membri della famiglia Bolloré.

Dovuta, quindi, la richiesta alla Commissione sui processi interni a tutela della trasparenza nell’allocazione dei fondi ai media. Una domanda, ad oggi, rimasta senza risposta, suggerendo un certo imbarazzo circa la gestione delle risorse pubbliche europee, soprattutto quando si tratta di finanziamenti ai media. Organi, come facilemente rilevabile nella quotidianità di tutti i giorni, produttori (in molti casi) di “disinformazione”.

foto Mediamodifier da Pixabay.com